Ci stiamo avvicinando, pericolosamente (e spiego ora perché) alla svolta. Non tanto dei mercati quanto del portafoglio. Sempre che la si voglia davvero seguire nel modo corretto e senza aver paura di dare giudizi sulla situazione finanziaria. Diversamente mi spiegate a cosa servirebbe un Consulente Finanziario?
Ma andiamo con ordine. Le decisioni delle banche centrali arrivate in settimana, diverse (Fed ferma, Bce avanti tutta) ma uguali nella assenza di prospettive nel breve-medio termine, sono i nostri “primi” consulenti finanziari, che io prima di voi intendo seguire. Per fare le più corrette scelte di investimento, dettate da due aspetti emersi nelle dichiarazioni di Lagarde e Powell: determinazione nel momento e incertezza della risoluzione.
Cosa vi ricordano questi due aspetti? Un unico tipo di investimento. Si chiama Pac. Tradotto: piano di accumulo. Cerchiamo di approfondire, facendoci alcune domande.
Innanzitutto: cos’è il Pac?
È una decisione di investire senza sbilanciarsi su dove andrà il mercato. Scegliendo il Pac, infatti, si acquistano piccoli stock su un determinato strumento finanziario, ripetendo questa azione tutti i mesi. Il che consente di stare sul mercato, senza definire come sta andando il mercato; l’unico modo per stare al passo delle decisioni di Fed e Bce emerse in questi giorni. Perché entrambe hanno preso due decisioni, una per il fermo e l’altra per l’ulteriore rialzo, senza definire come andranno le cose.
Come funziona il Pac?
Il Pac consente di accumulare “pezzi” di mercato a prezzi differenti, senza esagerarne il rischio quanto a peso nel portafoglio. Quando si acquistano Pac «si sceglie di non scegliere», definendo un portafoglio che all’origine del piano non si sarebbe potuto identificare nella direzione o nel peso da dare a uno strumento finanziario piuttosto che a un altro. Certo, in generale, non esiste capacità di previsione che possa rendere inconfutabile la costruzione di un portafoglio. Ma oggi più che mai, per una situazione di mercato caratterizzata dalla mancata chiarezza delle due banche centrali da cui tutto il mercato dipende, questa del Pac è la strategia da intraprendere. Senza eccezioni. Per la sua natura di essere “la scelta senza una scelta”.
Cosa non è un Pac?
Ma andiamo ad un ultimo aspetto che esclude a priori ogni altra strategia, se davvero si intende investire, e non accumulare risparmio. Accumulare risparmio appartiene infatti a chi non vuole stare sul mercato, perché preferisce rimanere con gli occhi bendati e con i soldi sotto il materasso, se non in conti deposito, di cui qui non intendo parlare. Ebbene, anche sotto questo aspetto, è il Pac e solo il Pac che oggi più che mai bisogna fare.
Perché un Pac?
Il Pac serve a investire. Banale? Non direi. Succede spesso infatti che chi si presenta in consulenza lo fa pensando di investire salvo poi, in conseguenza di quella assenza di chiarezza, decidere l’opposto. “Stanno fermi”, in attesa che tutto si chiarisca. Torna tutto no? Il cliente entra deciso a investire, ed esce deciso a non farlo. Ma attenzione, non per colpa del consulente finanziario, piuttosto per la sua incomprensione di cosa sia investire.
Ecco, il Pac permette di riprendere in mano l’investimento nella maniera più assoluta, senza causare l’effetto deterrente tipico dell’investimento stesso: il rischio. Essendo un acquisto progressivo di quote di mercato, che si ripetono tutti i mesi, introduce il risparmiatore nell’investimento senza il rischio del capitale. Inoltre, essendo condizionato ai prezzi di ogni mese in cui l’acquisto si ripete, consente un effetto che l’investimento di un singolo e grande stock non può consentire, la mediazione dei prezzi. Permette infatti di acquistare sia quando i prezzi sono alti sia quando si abbassano per motivi che smettono di avere importanza (mentre ne hanno quando si acquista in un un’unica soluzione, perché la perdita di capitale si sconta davvero), in quanto è la durata, o meglio la ripetizione dell’evento di acquisto che conta, perché costruisce il vero patrimonio all’interno del piano.
Ci sono controindicazioni?
E qui arriviamo alla pietra dello scandalo. Va detto, infatti che il Pac funziona se si rispetta il piano. Per questo si chiama piano di accumulo. Chi si toglie prima non può godere della sua efficacia. Tanto è vero che i Pac prevedono tempi di almeno di 36 mesi. E questo potrebbe mettere in crisi l’investitore che di vincoli non vorrebbe averne. Ma anche qui vi dico una cosa. È inutile lamentarsi della incapacità di avere un piano nei responsabili di Fed e Bce se poi, cari investitori, siete i primi a non volerne uno che vi faccia vedere il vero esito di un investimento.
Diciamo allora che dobbiamo scegliere ora più che mai il piano di accumulo per una coerenza con la situazione, ma anche per una presa di posizione rispetto a essa. Nello stare a un piano che le banche centrali non hanno ancora chiarito, ma che l’investitore nella strategia di questo metodo di investimento può decidere con il suo consulente finanziario.
E io posso dirvi che quasi non faccio altro dalla mattina alla sera, da tempo, nei portafogli di chi ha capito quanto il Pac sia la strada per costruire correttamente il patrimonio finanziario. Anche approfittando di questo momento così poco definito. Esattamente come il piano di accumulo che ti chiede di continuare a comprare e a comprare. Con una piccola differenza: che qui il piano c’è. Basta essere fedeli.
Alla prossima!