Questa settimana mi hanno colpito due notizie. La prima: entro il 2030 Stellantis lancerà 65 nuovi modelli elettrici. La seconda: sono usciti i tassi per il nuovo Btp Valore con scadenza quattro anni. La differenza principale rispetto ai Btp tradizionali è che per il Btp Valore la cedola è variabile e progressiva, ma non indicizzata all’inflazione o ad altri parametri.
Cerchiamo di capirci. A proposito di valore, appunto.
Nata dalla fusione tra i gruppi Fiat Chrysler Automobiles e PSA, Stellantis “sa” di Italia e di Europa, e questo può creare diffidenza per i vincoli che ancora legano un mercato spesso dato per spacciato, a differenza di quello americano e cinese. Ma il ministro dell’Economia francese La Maire, all’indomani della visita alla prima Gigafactory di Stellantis in Francia, in quella che punta a diventare la Battery Valley del Paese, è stato netto. Bisogna guardare all’assenza di vincoli stile USA e Cina, per non diventare vittime di queste due economie e creare una effettiva indipendenza nella realizzazione di batterie elettriche. Con una esplicita richiesta all’Europa a guardare oltre le tecnologie del passato.
Il vero volto di Stellantis
Ma se questa dichiarazione “ancora” europea non bastasse, per intendersi su dove guardare per investire sul serio, bisogna andare al progetto di Stellantis sulle Gigafactory. Qui non si tratta solo di “dove “ verranno allocate queste fabbriche di batterie, ma di “cosa” sia destinato a svilupparsi da questo progetto.
Bisogna ricordare che Stellantis non è più italiana, sebbene il presidente sia John Elkann; ha sede legale ad Amsterdam, sede operativa a Hoofddorp e controlla 14 marchi automobilistici internazionali come Chrysler, Citroën, Dodge, Opel, Peugeot. Ecco perché il progetto di Stellantis di aprire altre Gigafactory in Canada, in Indiana e altrove in Nord America rivela il vero investimento da fare oggi, guardando al 2030, anno in cui Stellantis lancerà 65 nuovi modelli elettrici. E lo ha dichiarato oggi: l’investitore che ha orecchi…
Sto dicendo che ha senso investire su questo progetto e sulla corporate che lo rappresenta, buttando via il Btp che regalerà, caro investitore che sembri quasi averlo nel Dna, i primi due anni il 3,5% e poi il 4% e poi, che bello!, il premio fedeltà dello 0,5?
Obiettivo emissioni zero
Se fosse solo questo sarebbe limitante. Non mi riconosco infatti tra coloro che, consulenti o clienti, si accaniscono su una singola azione. Sono tradizionale e seguo le regole della “casa degli investimenti”, che da sempre ci ricordano che il rischio si può abbattere solo con una sana diversificazione. Per questo voglio superare questa prima idea di investimento, e scoperchiare il “cosa” stia dietro al progetto Stellantis.
E qui è evidente il tema, che non ha nulla a che fare con la moda della sostenibilità, ma anzi è espresso in un solido piano industriale che non è soggetto a interpretazione, perché coniuga il trend dell’elettrico con la decarbonizzazione del pianeta. L’idea di Stellantis è infatti proporsi come gruppo sostenibile e attento all’impatto dei propri stabilimenti, anche per prevenire alcune critiche rivolte alle batterie. Da qui l’accordo con Vulcan Energy, start-up specializzata nella produzione di litio con un’impronta di carbonio pari a zero. Obiettivo, sposare la causa della Vulcan, decarbonizzare la transizione verso la mobilità elettrica puntando dritto allo zero emissioni di carbonio entro il 2038, come dichiarato da Arnaud Deboeuf, Chief Manufacturing Officer di Stellantis.
Ma voglio arrivare a una terza idea di investimento che identifico come “garantito“, ma non come lo intendiamo parlando del Btp. Qui intendo “garantito”, nel senso di ancorato a un processo inesorabile: la trasformazione dell’industria automobilistica attraverso l’elettrico.
Il rame e la decarbonizzazione
Non sto quindi parlando di un tema, ma di qualcosa di più concreto, di una materia prima: il rame. Parto dalla notizia dell’apertura in Argentina, paese sempre molto vivace a livello economico, di alcune miniere di rame. Non dobbiamo infatti focalizzarci solo sul movimento del prezzo del rame, che ha vissuto alti e bassi. Quello che colpisce è il movimento che si sta evidenziando attorno a questo metallo, non ultimo il fatto che BHP Group Ltd (NYSE: BHP) stia collaborando con Microsoft Corp (NASDAQ: MSFT) per utilizzare l’intelligenza artificiale e il machine learning per migliorare l’estrazione del rame. Perché? Secondo le stime, il mondo nei prossimi trent’anni produrrà il doppio del rame degli ultimi trenta proprio per soddisfare la domanda delle tecnologie di decarbonizzazione.
Devo dire altro? O è sufficiente per convincervi a respingere l’offerta del nuovo Btp Valore? Non solo perché il valore sta altrove, da qui ai prossimi anni, ma anche perché è importante considerare il Paese emittente di un debito quando si acquistano titoli di Stato. E mi permetto di ricordare che uno Stato come l’Italia ha un potenziale rischio default o di ristrutturazione del debito.
Porgo davvero le mie scuse al già celeberrimo Btp Valore. Ma se volete ragionare su quanto sta accadendo sul mercato, riflettete su cosa vuol dire garantito. Nel vero senso della parola.
Alla prossima!