«Ho ereditato questo appartamento da mio padre»
«Questo appartamento è un viager: il compratore deve pagare un vitalizio finché il venditore non muore»
«Sto cercando di vendere l’appartamento, c’è solo un problema: questa signora.»
«Così non va bene…»
«ma ha novant’anni!»
«Ah, così va meglio»
In questo trailer dell’esilarante film diretto da Israel Horovitz, My Old Lady, potremmo dire che ci sia tutto, o quasi tutto, a proposito di quella classe di clienti (alcuni mi hanno ringraziato perché ho identificato in loro “una classe” e non una fascia di età , la terza età ) che spesso vedono nell’innalzamento dell’aspettativa di vita una difficoltà anziché la grande opportunità di godersi un po’ la vita e il tempo finalmente libero.
Evitando di rischiare la banalità , ovviamente quando si è nelle condizioni di godersi la vita, perché la dimensione della salute non è toccata.
Eppure, anche quando la salute c’è, la liberatoria espressione “l’importante è la salute” spesso stenta ad essere sufficiente.
Soprattutto quando a mancare sono i flussi di reddito…
La situazione è tipica di quei clienti che non hanno né capacità finanziaria né una pensione adeguata a uno stile di vita cui si erano abituati, salvo poi dover vertiginosamente “correggere il tiro” per il venir meno del coniuge e delle poche sostanze rimaste.
Clienti che si ritrovano, per contro, un patrimonio immobiliare sul quale devono prendere decisioni, scegliere se vendere o no, e soprattutto, nel caso, trovare il compratore.
Trattandosi di immobili non sempre immediatamente rivendibili sul mercato – perché troppo grandi o ampiamente da ristrutturare – la domanda rimane per lo più asfittica e, fatto più importante, spesso sono gli stessi venditori (i clienti di questa “classe”) a non acconsentire a negoziare troppo il prezzo.
I motivi sono tanti:
per attaccamento al bene condiviso con chi si è perso da poco o da molto, per evitare annose discussioni con gli eredi in capo ai quali quegli immobili cadranno in successione, essi stessi poco inclini a liberarsene per la vivissima memoria del tempo vissuto in quei locali o per fedeltà alle scelte del genitore mancato che sempre consigliava loro di «tenere l’immobile».
La fine di questo trailer che vi ho tracciato è ben diversa da quello del video.
A differenza dell’anziana signora, rimasta comoda nella sua amata abitazione e in più destinataria di un viager, di un vitalizio che le consente di vivere agiatamente, in più di un caso si assiste a “incapacità economiche”, o meglio, all’impossibilità di continuare una vita comoda, in totale contraddizione con l’essere proprietari di case.
Certo, l’alternativa è sempre l’affitto, e dunque la messa a reddito…ma è sempre più frequente l’assenza di decisione anche su questo fronte, sia da parte del cliente rimasto solo sia da parte dei figli, per indisponibilità di tempo a gestire le ben note criticità connesse a una locazione.
E invece, quale innovazione ancora non digerita sufficientemente da questa “nuova” classe di pensionati, quale stravolgimento del loro stile di vita potrebbe rappresentare la cessione di una loro proprietà a fronte di un beneficio economico continuativo.
Viager, nel film citato, riporta in Francia, dove questo tipo di contratto è molto diffuso e offre la possibilità di trasformare la vendita di un immobile in una rendita a vita pagata dall’acquirente, che entrerà in possesso del bene solo alla morte del venditore.
In Italia si chiama contratto di rendita vitalizia, dove chi acquista la proprietà dell’immobile (vitaliziante) si obbliga a pagare il vitalizio al venditore (vitaliziato).
Si obbliga, ossia sottostà a regole e caveat relativi al loro inadempimento (fondamentali a tal proposito gli articoli 1878 e 1458 del Codice Civile).
Un vero e proprio canone – come dire, una soluzione più che interessante alle criticità finanziarie della “terza classe” – ideale soprattutto qualora non vi siano eredi, tenendo ben presenti quali potrebbero essere gli effetti sul terzo acquirente della proprietà oggetto della rendita, dopo la morte del venditore, qualora le quote di legittima non siano state tutelate a monte.
Cosa rende allora questa tipologia di contratto non così affine al nuovo pensionato, in antitesi al Millennial, nuovo Ager dei nostri tempi?
La spiegazione si ritrova nelle stesse resistenze che si incontrano rispetto alla scelta di un Trust, resistenze cioè a un fenomeno avvertito (come sostanzialmente è) come la separazione definitiva da ciò che si possiede.
Si chiama espropriazione.
Il pensionato italiano – ora diventa una categoria – ha difficoltà a “rinunciare” ai suoi beni, anche quando questa rinuncia, come nel caso in discussione, rappresenta l’unica possibilità reale di incrementare la propria sostenibilità finanziaria. Anche in questo caso.
La frase che sento dire in questi casi è: «Va bene così».
Anche se proprio compiendo quel passo la vita potrebbe dare qualcosa di più o piuttosto – e questo è il punto da tenere presente – potrebbe essere maggiormente al riparo da evenienze che purtroppo incorrono all’insorgere di una certa età , senza che magari ci sia la possibilità di proteggersi con soluzioni assicurative.
La consulenza vera, quella che guarda al patrimonio, dovrebbe sempre vedere nel cliente le sue possibilità e non solo le sue opportunità di valorizzare il patrimonio.
Da questo punto di vista, il contratto di rendita vitalizia potrebbe essere anche una risposta a un bisogno “eventuale”, non ancora presente, in assenza di altre coperture contrattuali.
Coperture che nella maggioranza dei casi non si sono volute sottoscrivere quando ancora i tempi erano consoni non solo per accettarle ma per cercarle, e nella misura più completa (mi è capitato in più di un’occasione di parlare con clienti che disdegnavano le coperture assicurative e che mai le avrebbero sottoscritte per una reticenza neppure chiara a loro stessi).
Fin qui un eventuale vantaggio ancora non noto, o meglio non sufficientemente noto, dalla parte dei nostri cari, futuri venditori âgée.Â
E l’affare per l’acquirente?
Dilazione del pagamento per acquisire la proprietà desiderata (in fondo è un canone anche per lui), ma attenzione – My Old Lady insegna: caro acquirente (o vitaliziante), ricordati di informare i tuoi eredi che forse vale la pena di trattar bene l’inquilino venditore, che con l’aspettativa di vita aggiornata ai nostri tempi potrebbe rischiare di lasciare tutti con il fiato sospeso.
Altro che 90 anni!
Alla prossima!