Intendiamoci di oggi si sbilancia in un apprezzamento su “certa stampa” che può anche dimostrare di essere utile. Così evito di rientrare nella categoria di quelle persone che non salvano nulla su certi aspetti di realtà.
Questa volta mi sento di dire che l’articolo di ig.com che riporto di seguito potrebbe quasi essere assimilato all’abbecedario per l’investitore. Permettetemi tuttavia di addentrarmi nel dettaglio per evidenziare quella che ritengo sia molto più di una precisazione mancante, che di fatto fa rientrare anche questo articolo nella congerie di quella che definirei la consulenza finanziaria anche no.
Avete presente il foglietto illustrativo dei medicinali che riporta tutte le informazioni utili che è necessario conoscere prima e durante l’assunzione di un farmaco? Il paragone calza perché mai come nel mondo dei risparmi il lettore/ investitore ha la necessità inderogabile di leggere le avvertenze per un uso “adeguato” dell’asset finanziario. D’altra parte pensateci, l’investimento non è forse un farmaco che se usato bene porta vantaggi, ma se abusato o utilizzato impropriamente può addirittura rovinare la salute?
Vediamo cosa riporta normalmente il bugiardino dei medicinali:
Il nome commerciale: qui l’articolo è all’altezza, elencando Azioni, Bond ecc.
La composizione: il principio attivo contenuto o principi attivi, nel qual caso ci sia un’associazione e i relativi eccipienti. Anche qui plaudo all’articolo che declina le caratteristiche “attive” racchiuse nella tipologia di asset, come nel caso della distinzione delle azioni tra titoli ciclici e difensivi, o quando scende nella descrizione degli Etf e del loro principio “passivo”, o identifica i vari tipi di bond in relazione a diversi criteri
Pausa di riflessione. E poi?
Il dosaggio di principio/i attivo/i contenuto/i, soprattutto nel caso vi sia contemporaneamente l’uso di altri farmaci. Qui l’articolo scivola nel mare delle informazioni generiche. Il dosaggio viene citato indirettamente quando si parla di diversificazione (peraltro spiegata molto bene, distinguendo il rischio diversificabile e quello non diversificabile o sistematico). Ma non è posta attenzione all’importanza delle quantità. Si fa costantemente cenno alla possibilità che il lettore “per suo conto” possa comprendere il significato dello strumento e il peso da inserire nel portafoglio. Espressioni come:
Occorre semplicemente assicurarsi che le azioni scelte siano influenzate da una serie di fattori diversi
o più avanti
Nel determinare quale ETF scegliere, sarà necessario effettuare una ricerca sulla sua composizione, sulla ponderazione degli asset e sulle loro prestazioni passate.
o ancora, alla fine
L’esempio più comune è l’oro, che è stato utilizzato come bene rifugio per decenni. Tuttavia, questa non è una regola ferrea, ed è quindi importante svolgere autonomamente delle ricerche per scoprire come si sono comportati i mercati in passato
«Autonomamente» direi proprio di no. Effettuare una ricerca, come? Come può un lettore, capito cosa sia una azione, un bond, addirittura un ETF, grazie ad una spiegazione fluente, decidere quanto patrimonio investire e in quali quantità sui singoli asset?
Finiamo con l’ulteriore mancanza, che può sfuggire.
La forma farmaceutica (ad esempio, compresse, capsule, gocce auricolari, collirio, soluzione per iniezione o per infusione, ecc.). Nel nostro caso quale forma, data la tipologia del cliente, è più opportuno scegliere per sottoscrivere l’investimento? Le forme con le quali si sceglie di investire rischiano di essere tutte omologate per il lettore che approccia questo genere di stampa, quando invece proprio a partire dalla identificazione dell’investitore, se sia persona fisica o giuridica, coniugato o convivente, se abbia figli o no, è necessario identificare l’investimento, o meglio la forma dell’investimento più corretto.
Entreremo nel dettaglio della “forma dell’investimento” nelle prossime puntate.
Ora vi lascio con una domanda: non è proprio nelle due fondamentali lacune del foglietto illustrativo presente in certa stampa sugli asset finanziari (di cui questo è un esempio), che si evidenzia l’assoluta necessità che il lettore si affidi alla consulenza di un professionista anziché rischiare di abusare di farmaci impropri?
Buona lettura, statemi bene
Come diversificare il tuo portafoglio d’investimento
La diversificazione è essenziale per mantenere sano l’equilibrio del tuo portafoglio, specie nei periodi di crisi economica. Scopri cosa significa diversificare, come farlo e che impatto ha sul rapporto profitto/rischio.
Fonte: Bloomberg
Cos’è la diversificazione?
La diversificazione è la pratica di aprire più posizioni su una selezione di classi di asset. L’obiettivo è quello di limitare l’esposizione a un unico tipo di rischio. La strategia viene utilizzata dai trader per creare un profilo di rischio più equilibrato e massimizzare i profitti a lungo termine.
Una strategia di diversificazione può includere posizioni in diversi settori, classi di asset o anche strumenti finanziari diversi, ad esempio utilizzando CFD, barrier o certificati turbo.
Il segreto per una strategia di diversificazione riuscita è garantire che gli asset del portafoglio non siano correlati tra loro. Ciò significa non solo diversificare tra classi di asset ma anche all’interno di ogni tipo di classe di asset.
Perché occorre diversificare il portafoglio?
L’obiettivo principale della diversificazione è migliorare i rendimenti corretti per il rischio, cioè il grado di rischio che devi correre per ottenere un profitto.
Questo è possibile riducendo al minimo o neutralizzando gli effetti di posizioni con prestazioni negative. Quindi, nel caso di una flessione dell’economia, quando alcune posizioni iniziano a essere in perdita, altre aree del portafoglio si mantengono o aumentano di valore.
Facendo trading sui mercati finanziari, ci si trova di fronte a una serie di rischi che, in linea di massima, rientrano in due categorie: rischio diversificabile e rischio non diversificabile.
Il rischio diversificabile, come suggerisce il nome, può essere ridotto attraverso la strategia della diversificazione. Si definisce anche rischio non sistematico poiché l’esposizione varia a seconda dell’azienda, del settore, del mercato o del paese. Poiché ogni area investibile è unica, è possibile mitigare l’impatto del rischio sul capitale investendo in asset diversi.
Il secondo tipo di rischio non può essere diversificato poiché è associato ad ogni società o asset, indipendentemente dal settore, dal mercato o dal paese. Il rischio non diversificabile è noto anche come rischio sistematico o rischio di mercato. Non trattandosi di un tipo di rischio specifico, è difficile da identificare e da prevenire. È quindi solo qualcosa con cui i trader e gli investitori devono scendere a patti prima di aprire una posizione.
Poiché non tutti i rischi sono diversificabili, è importante capire esattamente in che misura il portafoglio è esposto a rischi diversi e come proteggersi. Per il rischio non diversificabile, l’hedging è una strategia alternativa molto diffusa, utilizzata per compensare le perdite di un portafoglio.
Potenziali svantaggi della diversificazione
Se da un lato la diversificazione riduce il rischio di portafoglio e offre un potenziale di crescita a lungo termine, dall’altro può limitare la crescita a breve termine. L’apertura di molte posizioni diverse può comportare costi più alti, quindi è importante valutare quanto si può spendere, prima di intraprendere questa strategia.
Oltre al capitale, occorre anche dedicare tempo, poiché la diversificazione richiede un monitoraggio costante dello stato di salute del portafoglio. Alcuni investitori scelgono di aprire portafogli completamente gestiti, per affidare questa responsabilità a un professionista.
Classi di asset e strumenti di diversificazione più diffusi
Mentre la maggior parte delle classi di asset può essere utilizzata per diversificare il portafoglio, ve ne sono alcune la cui popolarità resta elevata tra gli investitori e i gestori di fondi.
Queste includono:
Azioni
Le azioni sono titoli di proprietà di una società quotata in borsa. È importante diversificare il mercato azionario, considerando fattori quali capitalizzazione di mercato, settore e area geografica. Occorre semplicemente assicurarsi che le azioni scelte siano influenzate da una serie di fattori diversi.
Un metodo comune di diversificazione delle azioni è la selezione di alcuni titoli azionari ciclici e alcuni titoli azionari difensivi. I titoli ciclici sono quelli che salgono e scendono in linea con la crescita economica e che spesso registrano prestazioni migliori nei periodi rialzisti, quando gli investitori sono più ottimisti. I titoli azionari difensivi conservano invece il proprio valore indipendentemente dal ciclo economico, il che li rende un’utile strategia di sicurezza per un portafoglio diversificato.
Exchange traded funds (ETF)
Gli ETF (o exchange traded funds, fondi negoziati in borsa), sono strumenti d’investimento che monitorano le prestazioni di un gruppo di mercati. Gli ETF sono strumenti passivi, nel senso che rispecchiano i rendimenti del mercato sottostante e non registrano prestazioni migliori.
Gli ETF possono includere una vasta gamma di asset, tra cui azioni, materie prime, valute e obbligazioni.
La scelta di un ETF diversifica istantaneamente un portafoglio più della maggior parte delle classi di asset, in quanto si ottiene una posizione su diversi mercati. La maggior parte degli ETF monitora gli asset dello stesso gruppo, ad esempio un indice di un settore o di un paese.
Nel determinare quale ETF scegliere, sarà necessario effettuare una ricerca sulla sua composizione, sulla ponderazione degli asset e sulle loro prestazioni passate. Lo si può fare leggendo il prospetto dell’ETF o il documento con le informazioni chiave per gli investitori (KIID), prima di assumere una posizione.
Bond
Le obbligazioni (o bond), sono strumenti a reddito fisso che rappresentano un importo di debito. Generalmente vengono emessi da un governo o da una società, che permettono di versare a un investitore il regolare pagamento degli interessi fino al rimborso del prestito.
Esistono tanti tipi diversi di obbligazioni disponibili, che rappresentano modi estremamente efficaci per diversificare un portafoglio. Le obbligazioni possono variare per:
Qualità: il valore di un’obbligazione dipende dalla reputazione dell’azienda o dell’organizzazione che la emette, nonché dal rating assegnato da agenzie come Moodys e Fitch.
Geografia: le obbligazioni che provengono dai paesi in via di sviluppo possono fornire un maggiore potenziale di crescita rispetto alle economie sviluppate, ma questo è spesso dovuto al fatto che hanno un profilo di rischio più elevato.
Scadenza: le obbligazioni caratterizzate da un periodo di tempo più lungo fino alla scadenza del rimborso completo avranno spesso pagamenti degli interessi più elevati, e consentono pertanto di guadagnare di più sul lungo termine.
Durata: la sensibilità di un’obbligazione alle variazioni dei tassi d’interesse può influire sul suo ‘rendimento a scadenza’, che è il rendimento totale previsto.
Nel complesso, gli asset a reddito fisso sono un ottimo modo per diversificare il portafoglio, poiché possono garantire profitti a lungo termine.
Materie prime
Le materie prime possono essere un asset utile per la diversificazione, poiché hanno spesso una scarsa correlazione con i rendimenti di azioni e obbligazioni.
Le materie prime hanno in genere un ciclo economico diverso dal resto dell’economia, il che significa che possono essere utilizzate come copertura nelle fasi di flessione. L’esempio più comune è l’oro, che è stato utilizzato come bene rifugio per decenni. Tuttavia, questa non è una regola ferrea, ed è quindi importante svolgere autonomamente delle ricerche per scoprire come si sono comportati i mercati in passato.
Alcune materie prime sono anche considerate beni di prima necessità, come i titolo azionari difensivi, il che significa che sono necessarie a prescindere dallo stato dell’economia. Ne sono un esempio i prodotti alimentari e l’energia.
La considerazione più importante è come ottenere esposizione (o fare trading con la leva), con le materie prime. Molti trader e investitori utilizzano contratti future, ovvero un contratto per scambiare un asset a un prezzo fisso in una data prestabilita. Sebbene vi sia l’obbligo di regolare un contratto future, ciò può essere fatto in contanti anziché con la consegna fisica. I future possono quindi catturare il sentiment del mercato relativo ai prezzi delle materie prime, senza la necessità di acquistare direttamente la materia prima sottostante.
Un altro modo assai diffuso per diversificare i portafogli con le materie prime è attraverso gli ETF: esso consiste nel dare un’esposizione molto più ampia a una vasta gamma di materie prime, tra cui metalli preziosi, metalli industriali, forme di energia e prodotti agricoli.
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