Zona Franca oggi incontra Pierpaolo Scandurra, Director at Certificate Journal. Attivo sui mercati finanziari dal 1998 in qualitĆ di trader indipendente con specializzazione in derivati, dal 2006 ĆØ Managing Director diĀ Certificati e DerivatiĀ eĀ Direttore del Certificate Journal, la prima rivista settimanale italiana dedicata interamente allāuniverso dei certificati di investimento.
Inoltre cura le rubriche specializzate in certificates di diverse testate di informazione finanziaria cartacee e web, e collabora con ACEPI (Associazione Italiana dei Certificati e Prodotti di Investimento) alla realizzazione di diversi corsi accreditati EFPA per il mantenimento della certificazione su vari livelli.
Dal 2010 presiede lāufficio studi del CedLAB, la prima piattaforma di analisi qualitativa e quantitativa dedicata ai certificati di investimento attraverso la quale vengono forniti servizi di supporto e ricerca alla consulenza finanziaria.
Certificati e Derivati. Due parole semplici e complesse. Ce le vuole illustrare?
SemplicitĆ e complessitĆ , due termini apparentemente contrapposti ma che possono coniugarsi quando si definiscono lāutilizzo e la struttura dei certificati e più in generale dei derivati. Con il termine complesso, che non ĆØ sinonimo di complicato, si identifica la costruzione di un prodotto strutturato, mediante lāutilizzo di uno o più contratti finanziari che derivano il loro valore da unāaltra attivitĆ finanziaria sottostante.
Una volta compreso il meccanismo che ne regola il funzionamento, lāinserimento di un certificato in un portafoglio consente di beneficiare di un accesso semplificato al mercato azionario, riuscendo a ridurre il rischio e a delineare al meglio gli scenari.
Ci può spiegare perchĆ© oggi questi due strumenti possono essere presi in considerazione?Ā
Certamente possono, anzi, devono essere presi in considerazione, perchĆ© una consulenza evoluta e professionale non deve prescindere oggi dalla conoscenza e dallāutilizzo di tutti gli strumenti finanziari a disposizione, da un semplice Titolo di Stato ai Bitcoin.
Una volta condivise con il proprio cliente le caratteristiche e le analisi di rischio e rendimento di ciascuno strumento, si delinea lāasset allocation con i relativi pesi in base agli obiettivi che si vogliono raggiungere.
In questo processo valutativo, i certificati, in quanto strumenti derivati, rappresentano una risorsa in ottica di diversificazione, di controllo del rischio, di copertura e di efficientamento fiscale.
Scendiamo nei dettagli. PerchĆ© scegliere un Certificate invece che unāazione?
Certificati e azioni sono accomunati dal medesimo trattamento fiscale, pertanto chi avesse esigenza di dover recuperare delle minusvalenze può scegliere indifferentemente gli uni o le altre.
Tuttavia, mentre acquistando azioni ci si espone illimitatamente a rischi di perdita e guadagno, subendo gli effetti negativi che una fase di mercato ribassista può generare, con lāutilizzo dei certificati ĆØ possibile replicare lāandamento dellāazione prescelta, beneficiando di una vera e propria strategia che consente di guadagnare anche in fasi discendenti o di proteggere il capitale da eventuali crolli di mercato.
Scegliendo un certificato si rinuncia infatti implicitamente ai dividendi che lāazione distribuirĆ nel tempo (dividendi che peraltro vengono tassati alla fonte senza essere un provento utile per la compensazione delle minusvalenze) in modo che questi vengano utilizzati dallāemittente del certificato per acquistare le opzioni necessarie per costruire la strategia.
Quali sono i Certificate da preferire oggi, dal punto di vista tecnico, nella vastissima gamma di offerta presente sul mercato?
Le esigenze di clienti e investitori riguardano essenzialmente tre aree: controllo del rischio, recupero minusvalenze, creazione di rendimento attraverso ācedoleā.
Le tipologie di certificati che meglio riescono a soddisfare tali requisiti sono quelle dei Cash Collect, nelle loro tante declinazioni con opzioni memoria, maxi-coupon, airbag, decreasing coupon.
Questa famiglia di prodotti, che a livello europeo ĆØ meglio nota come Express, racchiude al suo interno oltre 3.500 prodotti quotati oggi in Italia, sul totale dei 6.000 circa ammessi alle quotazioni sul mercato secondario.
Tra gli aspetti tecnici, particolare attenzione va rivolta alla tipologia di barriera, a cui ĆØ associata la protezione condizionata del capitale alla scadenza. Questa può essere āamericanaā , il che implica che la sua osservazione viene effettuata per tutta la vita del certificato, anche sui prezzi intraday dei sottostanti, o āeuropeaā, ovvero verificata solo ed esclusivamente alla scadenza.
La barriera europea garantisce maggiore protezione in quanto ĆØ in grado di sopravvivere anche a forti escursioni ribassiste di breve periodo.
Quindi meglio un Certificate che un derivato? O mi sbaglio?
Un certificato è a tutti gli effetti un derivato. Tuttavia se si pensa al derivato come quel contratto finanziario a leva, per il cui acquisto si impegna solo un margine e che espone quindi a perdite superiori al capitale effettivamente investito, allora il certificato si fa preferire di gran lunga in quanto non è mai possibile per chi lo acquista subire perdite superiori a ciò che si investe.
Inoltre, a meno che si tratti di certificati con leva, per i quali esiste il rischio concreto di azzeramento, con uno qualsiasi dei 6.000 certificati di investimento la perdita totale del capitale ĆØ legata a soli due eventi: 1) fallimento dellāemittente 2) azzeramento o default del sottostante.
Si comprende quindi come i rischi finanziari siano differenti, cosi come le finalitĆ .
Come mai secondo lei il derivato ĆØ passato apparentemente di moda?
PerchĆ© ĆØ stato utilizzato troppo spesso in maniera impropria e senza che lāinvestitore ne comprendesse pienamente caratteristiche e rischi.
Ciò ne ha alimentato la pericolosità e ha creato maggiore diffidenza. Strategie ben costruite e successivamente cartolarizzate, come sono i certificati, riescono invece a far emergere il lato positivo di un contratto derivato con regole chiare e trasparenti.
Stiamo vivendo un periodo di euforia costante che spinge a prendere vie errate di investimento. Cosa bisognerebbe evitare di fare oggi, in ottica di asset allocation?
Uno dei rischi maggiori ĆØ quello dellāeccessiva confidenza. Negli ultimi anni, se si esclude la breve parentesi legata al Covid-19, i mercati azionari hanno realizzato performance molto positive e ogni ribasso ĆØ stato unāoccasione di acquisto.
Tuttavia gli effetti devastanti della crisi del 2008 si sono protratti per anni e solamente chi ha qualche capello bianco riesce oggi a mantenere quella visione più prudente nei confronti dellāazionario: in tal senso lāutilizzo dei certificati per proteggere il portafoglio da improvvise inversioni di trend può essere molto dāaiuto.
Growth o Value? Vale anche per la scelta dei Certificate?
Indubbiamente. Una cosa di cui non avevamo ancora parlato ĆØ proprio la scelta dei sottostanti, ovvero delle azioni su cui puntare implicitamente.
Oggi, anche grazie alla loro volatilità superiore alla media, i titoli growth e più in generale i tech americani vengono spesso utilizzati per la costruzione di certificati con elevati rendimenti potenziali, e fintanto che la rotazione settoriale non si realizzerà potranno continuare a dare i loro frutti.
Attenzione però, perché quando il mercato inizierà a prezzare la rotazione, i titoli value sottostanti dei certificati oggi meno generosi ma potenzialmente più difensivi, saranno quelli che daranno equilibrio al portafoglio.