Investire su piattaforme o investire in consulenza? Questo è il tema di oggi che affrontiamo su Zona Franca con Franco Mancini, Country Manager per l’Italia di Tabula, gestore di ETF passivi con focus sull’obbligazionario, con sede a Londra. Offre fondi UCITS domiciliati in Irlanda a investitori istituzionali, principalmente sotto forma di ETF, mettendo a disposizione soluzioni uniche e innovative, e aiutando l’investitore nella gestione del rischio del proprio portafoglio.
Piattaforma versus consulenza. C’è contraddizione, o una conciliazione è possibile?
La piattaforma è un mezzo. Se non si conoscono gli strumenti in cui si vuole investire la si può paragonare a una slot machine; se invece si vuole scommettere vanno benissimo: costi base e accesso a tutti i mercati. La consulenza ha un costo, ma è difficile quantificare quanto ci fa risparmiare anche solamente evitandoci i classici errori. Mi sto riferendo a coloro che non hanno una buona conoscenza o hanno poca esperienza nei mercati finanziari.
E comunque anche io, che sono da 25 anni nei mercati, ho affidato la mia pensione integrativa a un advisor che ha conoscenza globale dei mercati e ha piena discrezionalità sul 90% degli asset. Il rimanente 10% lo utilizzo per investimenti più speculativi nel fixed income, dove però ho l’expertise. Per rispondere alla sua domanda direi che sono conciliabili se la piattaforma viene utilizzata per efficientare il processo di investimento (e disinvestimento) accordato con il consulente e accedere a quei mercati o strumenti a cui magari la propria banca non ha accesso.
È un tema volutamente provocatorio. Io sono un consulente finanziario e vorrei capire. Prova a darci una sua prima valutazione sul tema che ho proposto? Cosa le fa venire in mente?
Mi viene in mente la bolla tecnologica di inizio anni 2000. Se l’accesso ai mercati fosse stato così facile e immediato come lo è oggi, tramite le piattaforme di trading, l’effetto sarebbe stato nettamente più amplificato. Ben venga la democratizzazione dell’accesso ai mercati, ma occhio agli effetti collaterali.
Ci sono due fenomeni macro che spingono sempre di più gli investitori a ritenere l’investimento diretto “fai da te” su piattaforme come una scelta in alternativa al seguire un consulente. A me vengono in mente il fenomeno delle cripto e la diffusione di messaggi sempre più spinti online su trading online “per tutti”. Cosa può dirci nel merito?
La pandemia ha dato origine ai cosiddetti “meme stocks”. È stato scritto molto su questo e non sta a me dire chi ha ragione o torto. Quello che vorrei dire è che c’è una differenza tra il gioco d’azzardo sui mercati azionari o delle criptovalute e l’investimento. Per ogni meme stock milionario c’è qualcuno che ha perso i risparmi di una vita.
Se si prende una piccola frazione della propria ricchezza e si investe in queste tendenze online, allora questo può fornire un risultato positivo. La vera creazione di ricchezza a lungo termine però viene tipicamente dall’investire con l’aiuto di professionisti.
Io sono un suo cliente. Cosa mi direbbe?
Quando costruiamo prodotti nuovi e unici, uno dei fattori chiave che consideriamo è capire quale esposizione vuole davvero l’investitore, in modo da offrire un’alternativa migliore rispetto a ciò che già esiste sul mercato. Non cerchiamo di competere con i grandi fornitori di ETF obbligazionari… l’obiettivo semmai è quello di colmare le lacune nella gamma di strumenti dell’investitore. Ed è qui che un consulente finanziario può fare la vera differenza. Essere in grado di capire gli effetti inattesi e costruire un portafoglio che attenui questi rischi richiede esperienza, formazione e capacità.
Andiamo al punto. Se un investitore segue un consulente finanziario quali competenze deve avere per agire anche… da solo?
Innanzitutto direi che bisognerebbe avere la consapevolezza del rischio/rendimento. Con il costo del denaro negativo, l’azionario che tratta a multipli (P/E ratio) ai massimi storici e i titoli cosiddetti “spazzatura” che rendono intorno al 3%, ottenere un 10% di rendimento comporta potenzialmente prendere rischi non indifferenti. Rischi anche in termini di volatilità. Conoscere la volatilità di uno strumento e quanto si è disposti a sopportarla ci può evitare di vendere quell’asset sui minimi.
Che cosa è necessario valutare prima di affidarsi ai tutorial online sull’accesso e utilizzo di piattaforme per investire?
I tutorial e le piattaforme online in genere aiutano gli investitori con consigli pratici per rispondere al “come”, ma molto raramente rispondono al “perché” o al “so what”? Gli investitori dovrebbero rivolgere regolarmente queste domande al proprio consulente, o a se stessi.
Nel giusto mix cosa valuterebbe interessante in un portafoglio oggi, e attraverso quali strumenti?
Sicuramente gli asset con filtri ESG: vediamo sicuramente una sovra-performance di quelle società che stanno investendo, e in alcuni casi cambiando i loro modelli di business, al fine di diventare sostenibili. Sovra-performance perché avranno accesso al debito in modo più economico e verranno inclusi in molti indici e portafogli, rispetto a quelle realtà non impegnate.
Inflazione con una diversificazione accorta: materie prime ma poco oro. L’oro sembra performare al suo meglio in momenti di crisi. In un’economia mondiale in ripresa al seguito dello shock pandemico, l’oro potrebbe non dare i risultati attesi come strumento per proteggersi dall’inflazione.
Obbligazionario inflation linked ma con una duration relativamente bassa o “smorzata”. Per finire direi paesi emergenti sia obbligazionario che azionario.
Cosa è successo lungo tutto quest’anno? Riguardo al “come” si tende ad investire?
In Tabula vediamo tre temi.
- Il passaggio da attivo a passivo per gli investitori obbligazionari
- Aumento della domanda di ESG e investimenti in linea con il clima e l’accordo di Parigi
- Un rischio reale di inflazione che cresce e prezzi più alti che colpiscono le economie globali nei prossimi anni.
E infine come sono i mercati? Toro o Orso in risveglio? O non ha più senso guardare il mercato in questa alternativa tradizionale?
Come asset manager, di solito non prendiamo una posizione. Il nostro lavoro consiste nel fornire esposizioni obbligazionari che i gestori tradizionali non offrono. Ancora una volta ci troviamo in una situazione in cui i governi e le banche centrali si sono impegnati a fare tutto il necessario per gestire la ripresa economica. Per noi è chiaro. Ci saranno impatti di lunga durata dovuti alla pandemia e alle successive misure di recovery. Qualunque cosa accada, gli investitori individuali avranno bisogno di una consulenza finanziaria professionale più che mai in questo ambiente incerto.