Zona Franca oggi incontra Massimo Siano, Managing Director-Head of Southern Europe per 21Shares, società che facilita il trading delle criptovalute.
«L’investimento sulla classe d’attivo più performante dell’ultimo decennio, e forse anche del prossimo, è disponibile per tutti», afferma Siano, «perché quota le criptovalute nelle Borse tradizionali e le rende disponibili agli investitori italiani con un normale conto titoli in banca.
Lo strumento si chiama Exchange Traded Product (ETP), che significa appunto Prodotto Quotato in Borsa.
Oggi offriamo in tutta Europa 12 ETP sulle criptovalute, prezzati in CHF, EUR, GBP, USD. Con l’incertezza globale, i tassi di interesse negativi, la pandemia e l’inarrestabile QE delle banche centrali, la società crede che sia il momento giusto per investire in una soluzione alternativa, comprovata e innovativa, già utilizzata da milioni di persone con gli altri classici ETP azionari».
Parliamo di Trimestre, di chiusura del primo e apertura del secondo di questo anno bis del Covid. Può darci un quadro?
Le prospettive economiche globali sono migliorate notevolmente negli ultimi mesi, aiutate dalla graduale diffusione di vaccini efficaci; ci sono tangibili segnali che le economie stanno affrontando meglio le misure per sopprimere il virus rispetto ai mesi precedenti.
La crescita del PIL globale dovrebbe essere del 5,5% nel 2021 e del 4% nel 2022, con un aumento della produzione globale al di sopra del livello pre-pandemia entro la metà del 2021, ma attenzione! Nonostante il miglioramento delle prospettive globali, la produzione e i redditi in molti Paesi rimarranno al di sotto del livello previsto prima della fine della pandemia nel 2022.
Detto questo, rimangono rischi considerevoli: progressi lenti riguardo al lancio del vaccino e l’emergere di nuove mutazioni virali resistenti ai vaccini si potrebbero tradurre in una ripresa più debole, maggiori perdite di posti di lavoro e più fallimenti aziendali. Occorre vaccinare quindi l’intero pianeta.
La massima priorità della politica nei prossimi mesi sarà quindi di produrre e distribuire vaccinazioni il più rapidamente possibile in tutto il mondo. Questa sarà la vera sfida economica del prossimo biennio, non il debito, non l’inflazione, non l’occupazione.
Perché si sente sempre più parlare di finanza alternativa, mettendo qui a tema nello specifico, le valute virtuali, la blockchain? Sembra quasi che la finanza tradizionale conti sempre meno. Cosa ne pensa?
Le faccio un esempio pratico: io ora vivo a Zugo, comune svizzero di 30.000 abitanti, che ha avviato un progetto per registrare le identità dei cittadini tramite Uport, startup che fornisce servizi di gestione dell’identità tramite Blockchain.
Utilizzando Ethereum, 200 cittadini hanno potuto votare da remoto su una serie di questioni locali. La blockchain è una rivoluzione tecnologica attuale e disruptive.
Le criptovalute sono una applicazione della blockchain nella moneta. Non si tornerà indietro dalla blockchain e non solo dalle criptovalute.
Senza la blockchain il Bitcoin non potrebbe essere decentralizzato. Questa è la rivoluzione copernicana: il passaggio da valute centralizzate dalle banche centrali a valute decentralizzate.
La blockchain sarà la base tecnologica di nuove startup e di nuove iniziative disruptive in praticamente tutto il terziario avanzato.
Quale impatto sul settore finanziario?
Il settore più coinvolto dalla blockchain è sicuramente quello finanziario, che si è attivato per primo per rispondere alla minaccia portatagli dal Bitcoin e che si sta già muovendo verso una fase di sviluppo applicativo dei progetti; ma a questo ne seguiranno altri, come le assicurazioni, con le diverse compagnie che stanno già lavorando alla creazione di prodotti innovativi, come per esempio polizze che assicurano i clienti sul ritardo degli aerei e che permettono il pagamento automatico del rimborso in caso di ritardo.
Gli smart contract nelle assicurazioni sono molto più vicini a noi di quanto si possa pensare.
Nel mondo degli investimenti lei rappresenta da oltre vent’anni aziende che credono nel mondo degli ETF. Pensa ancora che si debba essere dalla parte degli ETF?
Sì, gli ETF per certi versi hanno aiutato un processo irreversibile: quello della decentralizzazione della finanza.
Appena 30 anni fa l’investitore finale difficilmente poteva comprare azioni in Borsa, ora può, se mi consente grazie anche a 21Shares, comprare anche le criptovalute in Borsa.
Ora, se il senso della storia va nella direzione della decentralizzazione della finanza, gli ETF e soprattutto le criptovalute sono più che mai il prodotto giusto al tempo giusto.
Questo non riguarda solo i risparmiatori, ma piano piano anche le banche centrali. Non si tornerà indietro: il futuro della valuta digitale è appena incominciato. Penso anche al successo dell’Ethereum, che continuerà a rappresentare una delle opportunità di investimento più remunerative per il prossimo decennio, operando come infrastruttura per l’emissione e lo sviluppo di una vasta gamma di strumenti di investimento e di gestione del capitale tramite gli Smart Contract.
La blockchain è una rivoluzione come lo era internet negli anni ’90. In quegli anni vi erano diversi motori di ricerca: Lycos, Alta Vista, Yahoo… ma alla fine prevalse Google. Credo sarà così anche per le criptovalute; per questo noi di 21Shares offriamo la più vasta piattaforma di ETP sulle criptovalute al mondo.
Vogliamo far giudicare agli investitori, ovvero al consumatore finale, qual è la migliore. Occhio quindi a confondere Bitcoin con criptovalute, potrebbe o non potrebbe essere più tale nei prossimi anni.
Affacciandosi al secondo trimestre, investire sembra sempre più difficile. È d’accordo? Ha senso la frase “meglio stare fermi per non sbagliare”?
Stare fermo in sé non vuol dire “non investire”, ma vuol dire comunque investire tutto il portafoglio in cash. E quindi a mio giudizio vuol dire investire male, perlomeno adesso.
Oggi il cash ha tassi d’interesse negativi e performance negative. E se devo ottenere una performance negativa, preferisco rischiare in una diversa asset class. Io seguo una diversa filosofia.
Il mio orizzonte temporale è di lunghissimo periodo e provo a trovare una tecnologia disruptive, cioè così innovativa da sbaragliare la concorrenza esistente e acquisire nuovi mercati. Posso fare un esempio?
Certo.
Torniamo all’Ethereum, una criptovaluta assolutamente da monitorare nel 2021, col passaggio alla versione 2.0, che rappresenta la maggior innovazione nel settore delle criptovalute e della blockchain dall’avvento del Bitcoin. Permette infatti a sviluppatori e imprenditori di programmare un asset finanziario come si farebbe con un software, tramite gli smart contract: l’applicazione della blockchain nei contratti.
Questi programmi implementati nella blockchain consentono agli utenti di creare strumenti finanziari unici come token, fundraising, prestiti e piattaforme di market making, in maniera pubblica e trasparente; sono basati su un codice che “legge” le clausole che sono state concordate, le condizioni operative nelle quali devono verificarsi le clausole concordate e, soprattutto, esegue automaticamente le istruzioni previste nel contratto avendo verificato la realtà.
Semplificando, lo smart contract ha bisogno di un supporto legale per la sua stesura, ma non ne ha più bisogno successivamente per la sua verifica e per la sua attivazione. C’è quindi un ovvio vantaggio di tempo e denaro per questi contratti, che non a caso stanno avendo molto successo nei servizi assicurativi. Potenzialmente il mercato degli smart contract includerebbe tutti i settori economici sui servizi e sui prodotti online, anche se al momento sono le applicazioni finanziarie a dominare l’ecosistema Ethereum.
Immagini che io sia una sua cliente che le chiede cosa fare, ad aprile, nel portafoglio. Attenzione: non sono una cliente semplice!
Cercherò di essere molto pratico. Io non conosco la propensione al rischio dell’investitore. Se non è disposto a rischiare, non dovrebbe investire sulle criptovalute. Se invece è disposto a rischiare, ma non conosce le criptovalute, non dovrebbe investire lo stesso sulle criptovalute.
Viceversa, chi ha una propensione al rischio alta e una buona conoscenza della finanza decentralizzata potrebbe diversificare su questa nuovissima asset class. Oggi le criptovalute sono una classe di attivo alternativa e molto volatile, come tutto ciò che è nato da relativamente poco tempo nel mercato finanziario. Forse nel 2030 direi cifre diverse.
Oggi diversificherei il portafoglio con una quota di criptovalute tra un 2 e un 5%, a seconda del rischio dell’orizzonte d’investimento dell’investitore. Forse le sembrerà strano, ma i grandi investitori di cripto sono investitori cassettisti: la strategia buy & hold, specie nel Bitcoin, è stata la strategia vincente negli ultimi anni.
Per gli investitori amanti della diversificazione noi abbiamo anche dei basket per diversificare tra le criptovalute. Ad esempio, il 21Shares Bitwise Select 10 Large Cap ETP replica l’investimento di un indice composto da 10 top cripto assets classificati in base alla capitalizzazione di mercato corretta per l’inflazione.
Oppure il Sygnum Platform Winners Index ETP (MOON), che riflette la tendenza verso protocolli blockchain che costituiranno la base dell’attività economica in futuro, eliminando al contempo il rischio di fallimento di qualsiasi singolo protocollo o di essere sostituito da una migliore tecnologia.