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Dipendenti “statali” della FED

Investitori alla ricerca del “posto fisso”

Giugno 16, 2020
Dipendenti “statali” della FED
Tempo di lettura stimato: 3 minuti

Ricordate “Quo vado” di Checco Zalone?

CHECCO ZALONE E IL POSTO FISSO

Checco Zalone 😂e il posto fisso 👨‍💻Bellissima scena!

Posted by FoggiaToday on Sunday, October 7, 2018

La FED è diventata un po’ come il grande Stato da cui si dipende e cui non si rinunzierebbe mai.

La Fed è diventata un po’ come il grande stato (sovranazionale quasi…) da cui si dipende (noi investitori tutti) e a cui non si rinunzierebbe mai..  

Si pensa sempre che questa immagine riguardi l’”Italiano medio”, ma in una più ampia immagine ricorda il rapporto di assoluta dipendenza che l’investitore ha con la FED.

Ricordate cosa è accaduto dopo le dichiarazioni di Powell di mercoledì scorso? Un giovedì nero: come se lo STATO avesse annunciato di abbandonare i suoi dipendenti. 

Ieri, lunedì, dopo le dichiarazioni di Powell di un rilancio di acquisti di bond Corporate, debito aziendale, lo STATO ha confermato di ESSERCI.

In fondo gli investitori sono alla ricerca del “posto fisso”…

La Fed compra corporate bond

BORSE LA MOSSA DI POWELL
FA RISALIRE WALL STREET: DOW JONES +0,6%, NASDAQ +1,4%

Milano Finanza 16/06/2020

Wall Street ha terminato in rialzo un’altra seduta caratterizzata da elevata volatilità.

Dopo aver aperto in ribasso in scia ai timori per l’aumento di casi da coronavirus in alcuni Stati, gli indici hanno virato in positivo dopo che la Federal Reserve ha ampliato il programma di acquisto di bond, includendo anche quelli delle singole aziende.

La banca centrale americana ha infatti annunciato che acquisterà direttamente fino a 750 miliardi di dollari di corporate bond per assicurare un corretto funzionamento del mercato del credito e allentarne le condizioni.

La Fed già comprava bond aziendali tramite gli Etf. In precedenza, a pesare sui listini (come già successo la settimana precedente) sono stati i timori per una possibile seconda serie di lockdown che potrebbero rallentare ulteriormente la ripresa dell’economia.

Ieri mattina, parlando a Cnbc, il professor William Schaffner della Vanderbilt University School of Medicine aveva detto che «la seconda ondata è già cominciata».

Ma il presidente Usa, Donald Trump, ha provato a sminuire i numeri spiegando che l’elevato numero di casi nuovi è dovuto al fatto che la capacitè degli Usa di fare test è «maggiore e piu’ avanzata di quella di qualsiasi altro Paese».

La mossa della Fed ha invertito la rotta di Wall Street, che stava soffrendo a causa del nuovo focolaio di coronavirus a Pechino.

Così il Dow Jones ha chiuso in rialzo dello 0,6%, il Nasdaq dell’1,4% e lo S&P500 dello 0,8%. Fino all’annuncio della Fed ieri è stata ancora la paura del Covid a farla da padrona in borsa.

A uscire dalle sabbie mobili del ribasso è stato in prima battuta il Nasdaq, paradossalmente trainato proprio dai titoli che potrebbero beneficiare di una nuova serie di misure restrittive alla luce degli aumenti dei casi di coronavirus in alcuni Stati.

La piattaforma per videoconferenze Zoom ha guadagnato l’8,3%. Positive anche Netflix(+1,8%) e Facebook (+1,7%).

Ma una mano è attivata anche dal petrolio, in ripresa di oltre l’1,21% a 36,70 dollari al barile in serata dopo che in precedenza il Wti con contratto di consegna a luglio era sceso fino a 35,7 dollari al barile e il Brent del Mare del Nord a 38,6 dollari.

Deboli invece i titoli delle compagnie aeree, delle compagnie di navi da crociera e delle materie prime.

I timori di una seconda ondata del Covid hanno fatto molta più presa sulle borse europee che però sono riuscite a recuperare sul finale.

E così Francoforte ha terminato con una perdita dello 0,3%, seguita da Madrid (-0,5%) e Parigi (-0,5%). Più pesante il risultato per Londra (-0,66%) che sconta i difficili negoziati per Brexit.

Quanto ai singoli settori, a pagare dazio sono stati soprattutto quelli delle materie prime, con il sottoindice Euro Stoxx del comparto in calo del 2,1%, seguito da viaggi (-1,4%) e banche (-1,1%). Al contrario, andamento positivo per il comparto europeo delle costruzioni (+0,9%).

La migliore è stata comunque Piazza Affari che con un colpo di reni finale ha chiuso la seduta in progresso dello 0,4%, trainata da banche, società del risparmio gestito e dalla sostanziale tenuta dei titoli del settore energia.

Abbastanza bene anche lo spread tra Btp e Bund che ha chiuso a 188 punti, un punto in meno rispetto alla chiusura precedene, accompagnato anche da un lieve calo del rendimento del Btp decennale benchmark, sceso all’1,44% dall’1,45% della chiusura di venerdì.

In calo infine l’euro che si è indebolito contro dollaro portandosi a quota 1,1262 dagli 1,1304 dollari di venerdì scorso.

di Marcello Bussi – Milano Finanza – 16/06/2020

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