Zona Franca oggi incontra Luigi Maria Vitelli, membro del CdA di diversi Fondi di Investimento lussemburghesi e Amministratore Delegato di Pharus Management Lux SA, società indipendente di gestione di Fondi di diritto lussemburghese fondata nel 2012 e autorizzata dalla CSSF (Autorità di sorveglianza Lussemburghese) a gestire Fondi UCITS e Alternative.
«La società si prefigge l’obiettivo di offrire soluzioni altamente personalizzate», precisa Vitelli.
«L’internalizzazione dei dipartimenti di Gestione dei portafogli investimenti, Legale, Risk Management & Compliance e Reporting consentono infatti di accompagnare il cliente attraverso l’intero processo di strutturazione dei Fondi di investimento fino al loro lancio, offrendo soluzioni altamente personalizzate e competitive in termini di qualità e pricing».
Oggi parliamo di Risk Management. La parola rischio è quasi usurata da declinazioni varie, anche legittime, ma spesso si tende a sottovalutare che rischio non vuol dire necessariamente danno o peggio, nel mercato finanziario, perdita.
Qual è il significato vero del termine, secondo lei?
Il concetto di rischio è probabilistico: la probabilità che un determinato evento accada causando un danno.
Nel settore degli investimenti, il rischio è strettamente legato al concetto di rendimento (che invece ha una connotazione del tutto positiva), e le due componenti sono direttamente proporzionali.
Nel mercato finanziario, dunque, rischio non vuol dire necessariamente perdita, ma spesso probabilità di maggior guadagno; non dovrebbe quindi essere visto come qualcosa da evitare ma da affrontare, nella giusta maniera, per ottenere un ritorno dal capitale investito.
Questo non vuol dire che ci si debba indirizzare verso investimenti più rischiosi per ottenere un migliore rendimento, ma semplicemente che il processo di investimento deve essere guidato da un sostanzioso sistema di gestione del rischio, che prima di tutto individui puntualmente i rischi, li quantifichi e li monitori a sostegno delle scelte di investimento.
Oggi si parla anche di questo tema perché la moda finanziaria ha introdotto in modo dirompente l’orientamento agli Investimenti ESG che in termini di rischio, ovvero di Risk Management, dovrebbero essere più oculati.
Ci vuole spiegare di che si tratta?
Il Risk Management è un concetto che negli ultimi 20 anni ha assunto connotazioni sempre più cruciali in tutti i contesti aziendali, andando a ricoprire un ruolo centrale nelle scelte strategiche.
Lo svilupparsi della cosiddetta cultura del rischio ha portato a identificare per la prima volta, a lato dei più conosciuti rischi finanziari, ulteriori categorie di rischio, come i rischi operativi, reputazionali, di conformità e informatici, categorie sempre esistite ma mai riconosciute come degne di nota.
Lo sviluppo della cultura del rischio ha portato inoltre all’implementazione e affinazione di processi di risk assessment a supporto della governance aziendale; in tale ambito sono inclusi gli aspetti ESG.
L’acronimo ESG deriva da Environmental, Social and Governance (ambiente, sociale e governance), concetto ormai ben noto al mondo della Finanza, volto a valutare la sostenibilità degli investimenti: racchiude infatti, secondo le definizioni della normativa, veri a propri standard/principi che guidano sia le società che gli investitori nell’effettuare scelte d’investimento socialmente consapevoli.
Le ragioni per cui sono stati introdotti i principi ESG sono da ricercarsi nella convinzione che una politica basata su criteri di sostenibilità permetta agli investitori di meglio gestire e proteggersi dai rischi finanziari, operativi, reputazionali e di conformità e che quindi contribuiscano anche all’efficienza operativa.
Visto il crescente impatto degli argomenti a livello globale, i regolatori si sono espressi in maniera chiara, con normative che determinano il rapporto della finanza con le tematiche ESG.
Per questo, e per fornire ai clienti il massimo supporto, Pharus ha deciso di affrontare da subito questa sfida con una partnership importante con S&P Global, società tra le principali del settore, in grado di fornire un sistema di analisi, classificazione e monitoraggio degli investimenti sotto l’aspetto dei rischi ESG.
La partnership permetterà, tramite il sistema interno di monitoring di tutti i rischi, una costante analisi degli investimenti, con valutazione del rischio ESG al livello del portafoglio o dei singoli asset.
Forniremo così ai nostri clienti un metodo robusto ed efficiente per la valutazione del rischio ESG dei loro prodotti e li accompagneremo in questa fase di transizione verso un sistema di regolamentazioni sempre più attento alla tematica.
Perché rischiare può avere un significato positivo e sopportabile nell’investimento?
Un investimento sostenibile è per definizione in grado di mitigare i rischi e contemporaneamente esercitare un impatto positivo.
Gli investimenti ESG rappresentano un profilo rischio/rendimento più interessante rispetto a investimenti tradizionali equivalenti, anche se è doveroso puntualizzare che il rendimento di qualsiasi tipo di investimento è necessariamente correlato alla strategia di investimento ed alle fluttuazioni di mercato, e che un investimento ESG ha un profilo tracking error più elevato, soprattutto se nell’analisi si utilizzano benchmark tradizionali (non ESG)
Ecco perché quando si parla di ESG il concetto stesso di rischio, che storicamente ha avuto connotazioni sempre negative, assume una connotazione positiva e di sostenibilità dell’investimento stesso.
Come pensa si debba approcciare il rischio nel portafoglio investimenti?
Come detto in apertura, il rischio non deve essere evitato, preso in considerazione nella costruzione del portafoglio di investimenti, valutando se il livello di rischio è coerente alla strategia del portafoglio, agli obiettivi di lungo termine e all’orizzonte temporale dell’investitore.
Naturalmente il nostro scopo in qualità di addetti al settore è di costruire portafogli di investimento che combinino asset class idonee a ridurre il rischio con quelle più propense ad aumentare il rendimento, evitando le asset class che non presentano nessuna di queste due caratteristiche.
Una volta fatto ciò si passa alla seconda fase, ovvero il monitoraggio del rischio, che deve essere costantemente monitorato in modo da modificare il suo livello appena possibile, se necessario.
Questo è esattamente l’approccio di Pharus, che aiuta il cliente durante tutto l’arco di vita del prodotto: dalle fasi iniziali di definizione delle strategie, al monitoring costante, attraverso reportistica dettagliata e accurata che tiene conto non solo del rischio ESG in maniera specifica ma anche di tutti gli altri rischi ai quali il prodotto è esposto.
Se dovesse sbilanciarsi con un investitore oggi cosa gli direbbe?
Di valutare attentamente la propria propensione al rischio, affidandosi ad un un consulente/professionista qualificato, e di procedere a una mappatura dei rischi del suo portafoglio investimenti per capire quali modifiche possano essere apportate all’asset allocation concordata, al fine di raggiungere o avvicinarsi il più possibile al risultato atteso.