Parliamo di qualcosa di personale in finanza… Successo? Dipende.
Basta lei? È il titolo shock dell’articolo di Milano Finanza dello scorso 9 aprile. Foto d’effetto, irresistibile… ho dovuto cedere alla tentazione di riprenderla. E questa mancata resistenza da parte mia, umile articolista, è già un segno di quanto vorrei dirvi in questa sede.
I dati sembrano suggerire una risposta positiva: il titolo Tod’s segna un incredibile + 14%, in un giorno. E il battesimo è fatto: lei, il re Mida della Finanza. Cioè: chiamatela, e il gioco del Cagr è fatto.
Fenomeno Ferragni
L’ingresso della influencer nel cda di Tod’s ha fatto guadagnare al titolo della società di casa Della Valle il 14% in un giorno. Non è la prima volta che succede per la nuova Re Mida di Piazza Affari.
E ora torniamo un pò indietro nel tempo. Da Il Giorno.it del 3 febbraio:
Incarico a Mario Draghi, la Borsa segna +2,7%
Subito dopo l’accettazione del mandato, con riserva, i mercati azionari festeggiano
Basta lui? Non male l’esito borsistico, sebbene non abbia la medesima enfasi (quasi irresistibile, dicevo) in un anno di spumeggianti Borse azionarie dove il Ftse “a prescindere” sembrerebbe aver dato seguito alla ripresa, già evidentemente intrapresa nel 2020, della strada del riscatto dalle pesanti perdite (a livello globale) subite per lo scoppio della pandemia.
Insomma, si può dare di più, per citare la famosa canzone. C’è di che pensare che Mario Draghi potrebbe un po’ prendersela per la distanza tra l’effetto exploit del suo arrivo, in finanza, e quello reso possibile dall’apparizione della nominata Re Mida.
Verissimo.
Ma i piani sono diversi e con effetti diversi.
Effetto Ferragni cool per il mondo azionario.
Effetto Draghi, quasi come quello di un bond a lunga scadenza.
Differenza? Nell’impatto. Totale. Lo sappiamo. Perché quello che uno shock positivo (chiamiamolo così facendo i complimenti alla Ferragni) in Borsa provoca, suggerisce l’immediato risvolto che potrebbe avere un domani. E allora, se solo fosse vero che basta una Ferragni a fare l’overbooking di un’azienda e di pari passo a determinare la crescita del suo EBIT e via dicendo, la soluzione finale sarebbe davvero nel suo nome. Anche solo in questo.
Esattamente come succede per i fenomeni YouTube: compare un nome che colpisce per qualche aspetto, per le frasi dette o per performance annunciate, e il successo è immediato, con una risonanza evocata dai milioni di click. Quasi questo personalismo si fosse ora trasferito anche in finanza. Al punto da poter esclamare che Basta Lei per far funzionare un’azienda storica e tradizionale come Tod’s. E questo funziona. Funziona! Chiara Ferragni entra in Tod’s come consigliere esterno, e questo è sufficiente. In Borsa.
Probabilmente sarebbe bastato che si pronunciasse a favore del marchio Tod’s perché questo accadesse, la founder del blog The Blonde Salad… un blog very social. Basta un nome e ne nascono acquisti esuberanti. In attesa di scoprire i discorsi, i piani aziendali, il dispiegarsi del mondo vero, del day by day dell’azienda. Quello da cui poi, in verità (ma interessa ancora?) dipende quello che si era soliti chiamare il vero… ROE.
Ora lo shock voglio provocarlo io. Sarebbe bastata lei per l’Italia? Ovviamente no. O magari, perché no. In un estremo tentativo di risolvere alla maniera moderna le situazioni. Causa effetto. Ieri oggi e domani, tutto in un soffio, in una nomina conclamata.
E invece è stato nominato Mario Draghi, e l’exploit borsistico lo ha salutato con un risultato che per quanto diverso dai giorni precedenti nulla ha mostrato di veramente “al di sopra delle aspettative”, per poi ritararsi in un ordinario quotidiano di una Borsa italiana pressoché positiva tutti i giorni da inizio anno.
C’è forse in questa “diversità” di effetti personali (prendo a prestito un nome normalmente riferito ad altro) la piega irreversibile che ormai ha preso la finanza.
Brevità che abbaglia e che incanta e che magari – sperèm – va bene come ha fatto pensare, da un lato. Bella lei, grandioso il mondo da lei costruito a partire da uno stile apparso su un blog, un’azione ad alto impatto immediato, con un’enfasi comunicativa, social straordinaria nell’efficacia, Made in una nuova vestita Italy.
Risultato a lungo termine, sostenibile in una pazienza che accetta che la soluzione dei problemi non possa esistere nel giro di mesi, figuriamoci nell’announcement di un giorno, dall’altro. Autorevole lui, imperativo, con il nominale già scritto di un rendimento sul volto. Ma almeno a 10 anni.
Visto così, nel confronto bisogna chiedersi l’investitore da che parte stia nel nuovo mondo della finanza, e forse la risposta non è nelle stelle ma sulla terra. Visibile. Ne abbiamo avuto la prova proprio nel giorno della entrata di lei in una sola azienda, tradizionale, e forse già di per se stessa autorevole e solida alla Mario Draghi, eppure ancora insufficiente. Fino al giorno prima di quell’evento. Ma da quel giorno very cool and social. E per questo, anche solo a partire da questo, di successo.
Ora sarà da vedere chi dei due vincerà la sfida.
Perché è ormai chiaro come Mario Draghi si stia sempre più orientando al più grande piano di stimoli d’Europa. Un’azione straordinaria, unconventional, alla maniera del suo whatever it takes. Noncurante del debito per far fronte alla vera soluzione finale per il Bel Paese.
E qui, forse, c’è la possibilità che vinca un piano, e non un nome; l’esplicitarsi di una serie di azioni efficaci a creare un effetto a medio lungo termine, anziché l’impatto di un giorno in Borsa. Per un’azienda come l’Italia. Un’azienda, è questa che ha in mente Mario Draghi nelle sue parole (riprese nell’articolo citato sopra):
“Giudicato con gli occhi di ieri sarebbe molto preoccupante. Gli occhi di oggi sono molto diversi perché la pandemia ha reso legittima la creazione di una grande quantità di debito. Il debito è positivo se puoi rimettere un’azienda sul mercato e permetterle di sostenersi da sola.”
Anche qui, in questo piano storico, a ben guardare, c’è qualcosa che ricorda il fenomeno Ferragni. Perché ritornano “funzionanti” le parole magiche legate agli eventi very cool and social. Perché è un piano nuovo, grandioso, epocale. E soprattutto, attendista di risvolti. Immediati. Ma qui, forse, c’è di che parlare non solo per un possibile esito borsistico, di un giorno, ma di un dispiegarsi di quegli effetti che, questi sì, fanno il successo di un’azienda, anche se non very social and cool per se stessa, capaci di “rimettere un’azienda sul mercato e permetterle di sostenersi da sola”.
Alla prossima!