Safe Haven:
mai pensato di associare questa tipologia di asset finanziari – meglio conosciuti come “beni rifugio” – a un mondo paradisiaco, fatto di emozioni positive, serene, celestiali, dove si possa “stare tranquilli”?
I due termini in effetti si assomigliano in modo sorprendente: Haven nel mondo degli investimenti ricorda l’Heaven (occhio alla pronuncia!) della famosa canzone del celeberrimo film con i mai tramontati Ginger e Fred… “Heaven, I’m in heaven…” eh, ogni volta che la ascolto mi immagino su una meravigliosa pista da ballo.
Tranquilli, non sono fuori dal mondo. Anzi. Proprio perché vivo a contatto con il mondo degli investitori vi parlo di questo per farvi pensare a qualcosa di non scontato su questa tipologia di asset, nel mondo finanziario che ci siamo ritrovati in questa fine 2020. Sebbene sembri strano, è doveroso e necessario parlare ancora e sempre di beni rifugio, anche quando la frenesia del mercato è quella di un treno in corsa. Si compra ancora, ogni giorno, e i beni rifugio li si guarda come l’ultimo approdo dell’ultimo momento, quando sembra davvero finita «la festa del mercato».
Ebbene, proprio su questa tipologia di asset forse qualcosa è cambiato, o meglio dovremmo pensare che qualcosa sia davvero cambiato in un anno così eccezionale (non associate per cortesia il significato di questo attributo a emozioni positive, sto parlando del senso vero, eccezionale in quanto diverso, davvero diverso dal normale).
Il pensiero mi è venuto l’8 dicembre leggendo l’articolo de La mia Finanza dal titolo La seconda ondata. Qui sembra che l’investitore, in piena “seconda ondata”, a questo punto dell’anno, proprio alla luce della particolarità del 2020, debba solo assestarsi e ripensare l’asset allocation ancora e sempre diversificando azioni e obbligazioni e valute ecc. Sì, magari avendo una visione critica che lo costringerebbe a non fidarsi troppo dell’apparente normalità ristabilitasi, e a considerare i rischi di un nuovo equilibrio geopolitico da ricostruire, che vedrebbe il neopresidente Biden alle prese con una governance tutta da creare:
Ci sono ragioni sufficienti per un “razionale ottimismo”, pur nel mezzo di una pandemia. Questa consapevolezza dovrebbe riflettersi anche nelle decisioni di investimento.
Alla luce delle persistenti incertezze, è preferibile per il momento un portafoglio azionario ampio e bilanciato. Una volta fatta chiarezza si potrà pensare a un assetto maggiormente polarizzato. I settori e le aree geografiche a lungo trascurati potrebbero presentare un potenziale di rialzo.
Le obbligazioni governative USA a lunga scadenza appaiono meno interessanti in ottica futura; è infatti atteso un irripidimento della curva dei rendimenti, dovuto al rialzo dei rendimenti dei titoli a lungo termine. Nel contesto attuale i titoli a breve dovrebbero dare prova di stabilità.
Continuate voi a leggere l’articolo. Io mi sono fermata perché mi sembra che si ripetano le stesse cose di sempre; tutte giuste, niente da obiettare, il punto è: l’importante è diversificare.
Ma… è tutto qui?
È davvero questo, ancora una volta, il portato del momento catastrofico vissuto (vi piace di più di eccezionale?), il bilanciamento tra azioni e obbligazioni, preparandosi al nuovo anno, alle nuove incertezze?
O piuttosto è accaduto qualcosa che ha cambiato veramente anche la nozione di bene rifugio, introducendo quelli che potremmo considerare i nuovi Safe Haven?
E questi, nella loro bruciante novità, sono ancora gli stessi che ci davano l’immagine della stasi, della tranquillità o ci portano a “danzare” con Ginger e Fred?
Chiariamo subito un punto: volete l’Oro? Compratelo. Volete i Treasures Americani? Accomodatevi…
Se guardate “oltre” tuttavia vi accorgerete che c’è spazio per un grande cambiamento che può portarvi a un Bene Rifugio di tutt’altra natura.
Andiamo allora all’interessante articolo uscito su La Discussione del 30 novembre, Perché il futuro in Finanza è sempre più “Disruptive”, dove si dice:
La «disruptive innovation» per il professore di Harvard Clayton Christensen che ha coniato il termine, è la conseguenza di una nuova tecnologia, e/o di un nuovo modo di operare su un modello di business, che porta a stravolgere o modificare completamente la logica fino a quel momento presente nel mercato…
e ancora
il mondo è cambiato, come riportato anche in questa sede, sempre più connesso, complesso e strettamente correlato da quelle che sono le implementazioni tecnologiche, che stanno avendo un impatto “disruptive” su ogni aspetto della vita. E, come sappiamo, il mondo degli investimenti spesso anticipa quanto sta avvenendo nel mondo “reale”.
e infine leggete qui:
Mentre viene riconfermato l’aspetto conservativo di molti risparmiatori (o la giusta tendenza a mediare e diversificare nel portafoglio tra sicurezza e guadagno) i rendimenti dei Bot semestrali toccano un nuovo minimo storico con i titoli con scadenza 31 maggio 2021 che sono stati assegnati al rendimento medio negativo dello 0,518%, in calo di 4 punti base rispetto all’ultima asta, con il ministero dell’Economia che ha offerto il Bot semestrale 31/05/2021 per un controvalore di 6 miliardi e con la domanda che è stata superiore ai 13,3 miliardi, con un rapporto di copertura quindi di 2,22, nel giro di pochi mesi abbiamo vissuto cambiamenti epocali, accelerati dalla pandemia: pensiamo a quanti pagamenti e a quanta parte del lavoro abbiamo effettuato on line durante il lockdown.
L’innovazione organizzativa, di mercato, di prodotto, accelerata dalla pandemia, è stata originata da alcune aziende, mentre altre, pur con modelli organizzativi e produttivi tradizionali, sono riuscite ad innovarsi.
Pensiamo al mondo delle automobili: il cambio del paradigma dai modelli tradizionali a quelli elettrici è irreversibile e sotto gli occhi di tutti. Pensiamo ad Amazon, che ha riscritto il modello dei consumi mondiali; o alla Walt Disney che dopo l’avvento di Netflix ha saputo approfittare ed adattarsi e non subire questo cambiamento.
Arrivati al punto: non stiamo dicendo che l’investitore non debba più essere conservativo e ricercare il bene rifugio, ma che forse è arrivato il momento di cercare il rifugio dove le aziende stanno compiendo i passi del vero cambiamento, quello che ha portato soprattutto quest’anno a un’accelerazione di processi che ha segnato una vera e propria rottura con il passato. Si chiama Disruption.
Leggiamo sempre nell’articolo:
Ma cos’è la Disruption?
Le aziende disruptive sono quelle che sfidano i paradigmi esistenti, creando esse stesse dei mercati nuovi. in grado di innovare e creare nuovi mercati, che sfidano i modelli di business esistenti. Questa qualità innovativa, dirompente, appare oggi più che mai decisiva per essere tra i protagonisti del mondo di domani, e per domani non si intende tra un lustro, ma domani, nel senso quasi letterale del termine.
Il Paradiso dei Beni Rifugio è forse perduto allora? Tutt’altro.
Si tratta per l’investitore di cambiare la Visione.
…In uno scenario con maggiore instabilità economica causata dalla crisi Covid, può essere saggio per un investitore a lungo termine privilegiare nel proprio portafoglio attività esposte a una crescita di lungo periodo, che in un certo senso consente di superare imprevedibili fluttuazioni e la volatilità del momento. La pandemia probabilmente confermerà l’importanza di un approccio di investimento a lungo termine e lungimirante che fa affidamento su tendenze strutturali che resisteranno alle crisi.
Quali sono i megatrend disruptive del prossimo futuro?
Se si è d’accordo nel considerare il Covid-19 come un potente acceleratore tecnologico, un vero punto di svolta per il prossimo decennio, allora un tema trasversale come la “New Home Economy”, alimentato dall’accelerazione della digitalizzazione della nostra vita quotidiana nell’ultimo periodo, potrebbe rappresentare un interessante tema di approfondimento, ad esempio.Altri di cui della Disruption, come tecnologia, cybersecurity, cloud, e-commerce, fintech dovrebbero davvero crescere di importanza come componenti di un mondo post-Covid. Il cloud, in particolare, sarà fondamentale per la sopravvivenza del business e guiderà la crescita futura.
Un altro aspetto fortemente accelerato dal Covid, è stata nel campo della salute e delle scienze biologiche, dove le piattaforme mediche e la telemedicina sono state importanti durante il lockdown. Si tratta di una tendenza forte dalla quale non si tornerà indietro.
L’accelerazione della telemedicina e l’aumento delle piattaforme di salute digitale basate sui dati faciliteranno l’accesso alle cure, contribuiranno a gestire meglio le malattie croniche e ridurre i costi.
Infine, Tecnologie come Internet delle cose (IoT), Cloud computing, 5G, intelligenza artificiale (AI), stampa 3D e robotica rivestono un ruolo fondamentale per le reti di fornitura digitale del futuro
Tendenze strutturali che resisteranno alle crisi.
Tendenze che chiedono agli investitori di credere in aziende che avevano già innescato il meccanismo “disruptive”, e che quest’anno hanno reso evidente come sia inevitabile rifugiarsi in esse come fautrici del nuovo mondo, a costo di rinunciare a una visione di bene rifugio come bene statico, lasciandosi andare ad un Safe Haven più… ballabile.
Alla prossima!