«Ha letto il prospetto informativo? E il Kiid? Vede, entrambi questi strumenti la possono aiutare a meglio comprendere ragionevolmente la natura e i rischi dell’investimento di cui stiamo parlando e di conseguenza a effettuare una scelta consapevole».
Proviamo a indovinare chi possa essere la persona che proferirebbe queste parole, ma evitiamo di rispondere di impulso perché faremmo un errore, e poi rivediamo la scena esilarante del film che vi ho proposto. E qui prendiamoci un attimo prima di arrivare all’istintiva conclusione che le due figure, quella identificabile nella dichiarazione sopra e quella proposta nella clip tratta dal notissimo film La Vita è Bella, non abbiano niente a che fare l’una con l’altra.
Bene. Ora cerchiamo di capire la “vera” risposta.
Che non si trova più, o meglio, si fa sempre più fatica a trovare in quella che dovrebbe in effetti essere la risposta corretta, compliant, in linea con quanto detta la Consob. In rigoroso ossequio a quest’ultima, dovremmo infatti rispondere che il comportamento sopra esposto è quello del consulente finanziario tout court. Tuttavia risulta sempre più difficile che questo possa essere in effetti il suo comportamento reale, nell’esperienza e, dobbiamo riconoscere, non solo per colpa del consulente stesso.
Sicuramente, come succede in molti casi, la verità sta nel mezzo.
Perché è pur vero che i prospetti informativi e i Kiid dovrebbero essere – e rimangono in effetti – la conferma o la disdetta di quell’investimento scelto, quello preferito in sede di appuntamento con il cliente.
E questo non può che condurci a scagionare totalmente il consulente finanziario dall’essere anche lontanamente paragonabile nel comportamento al simpaticissimo cameriere della scena proposta, che nel presentare la sua offerta è bravissimo a portare il suo ospite a scegliere proprio ed esclusivamente le opzioni realmente disponibili nella cucina in quel momento, facendole apparire come le migliori e più corrispondenti alle sue esigenze, senza il minimo confronto con altre opzioni possibili presentate sin da subito come squalificabili se non pericolose per la sua salute.
Eppure, se vogliamo proprio dirla tutta (e qui mi interessa), questa scena potrebbe essere portata a esempio nelle casistiche ben note laddove sia evidente una quasi proposta guidata del consulente finanziario verso strumenti per così dire “preferiti” dalle banche mandatarie, per motivi di profitto.
Tuttavia, va detto, alla fine la vera responsabilità di una scelta di investimento non più e non mai completamente fondata sul confronto con i cosiddetti “termini dell’offerta” non è da riconoscere in una modalità a volte smascherabile nel comportamento un po’ “guidato” dal consulente verso l’offerta di un prodotto invece di un altro. Piuttosto, anche questo ulteriore allontanamento dalla verifica del sottostante fisico sembrerebbe essere nient’altro che… un ennesimo esito di questi tempi moderni.
Distanze, virtualità , ma soprattutto involuzione dalle logiche dell’investimento verso quelle della mera speculazione avrebbero portato il cliente intenzionato a far fruttare i soldi a una sempre più consapevole (sì, consapevole) scelta guidata da altre motivazioni.
Molto lontane dall’essere assimilabili a documenti chiave da leggere per comprendere se quell’investimento sia adatto o meno alla sua mentalità , al suo approccio al rischio etc etc. Motivazioni da potersi riconoscere sempre di più in una molto commentata – per i costanti e nonostante tutto continui balzi di Borsa – spinta emozionale accompagnata, qui è il punto, da una sempre più forte percezione dell’avere poco tempo a disposizione per pensare.
Lo scorso 22 giugno Milano Finanza riprendeva a ragione la lettera che Benjamin Graham scriveva al Wall Street Journal nel lontano 1962 (profetico, direi, per i nostri tempi), evidenziando la lezione oggi verissima, quasi schiacciante, da prendere in considerazione per ripensare a come ormai per lo più si tende a investire: esiste una differenza sostanziale tra investimento e speculazione, al punto da non potersi mai riconoscere un investitore nel suo fare trading…
E questo fenomeno chiaramente identificabile, e non più circoscritto ai pochi come un tempo, già di per sé, è vero, traccerebbe l’inevitabile allontanamento dell’investitore dal doversi fondare su quegli importantissimi documenti informativi o Final Terms per procedere con le scelte corrette, proprio in quanto egli stesso in realtà oggigiorno potrebbe essere piuttosto descritto come uno speculatore costante, senza necessità di solide fondamenta per agire.
Ma non è tutto.
Perché in realtà la separazione oggi molto evidente dell’offerta dell’investimento dai suoi fondamenti documentati per così dire, nasce anche dalla ormai risibile ricettività degli stessi da parte dell’investitore, sempre più legato all’attimo fuggente, incapace quasi di concentrarsi sull’approfondimento dei perché, delle ragioni per cui fare le scelte. Sul patrimonio.
E l’accelerazione di questa impazienza è stata senza dubbio partorita questo ultimo anno e mezzo di pandemia, in un’epoca in cui gli attimi sono stati vissuti sempre più sperando che finalmente arrivasse il momento in cui tutto sarebbe finito, sempre in attesa di un futuro differente. Si è così consolidata una sostanziale incapacità di concentrazione su argomentazioni fondate e ragioni correttamente documentate. Per gli investimenti. Non oso pensare riguardo a tematiche più ampiamente esistenziali.
Al punto che oggi sembrerebbe quasi insopportabile per l’investitore alzare il livello della sua attenzione e rimanervi focalizzato in quell’importantissimo confronto con i documenti informativi cui il consulente pure è teso (ne sono certa) nel fondare e argomentare la sua ragionata costruzione del portafoglio adatto al cliente.
Quasi il cliente, in fondo, una volta scelto di affidarsi a una consulenza professionale, preferisse a questo suo sforzo piuttosto essere guidato punto e basta, saltando insomma “tutti i passaggi”, da un consulente cameriere pronto a offrire, e non per colpa sua alla fine, quello che potrebbe convenirgli di più in quel momento.
Alla prossima!