Si conclude con questo articolo la serie di Finanza Pop dedicata al vino come asset di investimento. Gabriele Gorelli, uno dei 419 Master of Wine a livello mondiale e Ambassador del gruppo OENO, ci ha guidati in un percorso alla scoperta degli investitori a cui più si addice questo asset, del perché sceglierlo e del come farlo. In questa puntata scopriremo i partner giusti per avventurarsi in questo affascinante mondo.
Trattandosi di una vera novità alternativa alla finanza tradizionale, non c’è il rischio di affidarsi a chi non ne sa ancora abbastanza di come si proceda?
Sicuramente. È fondamentale valutare da quanto tempo la compagnia sia attiva nel business e con quali risultati certificati. Indicatori oggettivi sono il numero di clienti, il volume di stock e le performance finanziarie.
Ogni gestore persegue un proprio modello di business specifico.
Bisogna verificare se il gestore offra altri servizi oltre a quello dell’investimento nel vino, come ad esempio Wine shop/trade con ristoranti e club privati che rappresentano le migliori exit strategy oggi disponibili.
Come scegliere a chi affidarsi? Ci sono aspetti da individuare e/o focalizzare nell’offerta del servizio?
Anche qui, ci sono dei dati oggettivi da valutare. Il ritorno annuale medio generato dal gestore negli anni precedenti e il numero di clienti della compagnia in giro per il mondo, unitamente allo stock under management sono i più evidenti.
Vanno anche valutati i rischi: ad esempio, idealmente un gestore dovrebbe avere un’unità antifrode in modo da certificare l’autenticità delle etichette trattate e l’affidabilità dei merchant con cui fa business.
Come aspetti più olistici, ma non per questo meno rilevanti, suggerirei di controllare le review e i feedback di ogni gestore, facilmente reperibili online.
Una cosa molto interessante che abbiamo rilevato con OENO è proprio che l’investitore che si è trovato bene diventa un naturale Ambassador per la compagnia e attira nuovi clienti entusiasti.
Come vedi il futuro di questo genere di investimento? Soprattutto come lo vedi nei partner che nel tempo sceglieranno di specializzarsi per offrire questo genere di servizio?
Il vino è un bene di lusso che sta diventando sempre più popolare, inteso come significato pregnante. Un asset sempre più diffuso con nuove compagnie che nascono e cercano di prendersi una fetta di questo mercato lucrativo.
Nel futuro degli investimenti sul vino vedo una forma di legittimazione a opera dei gestori di investimento “tradizionali” Mi spiego meglio: se fino a oggi l’investimento in vino è stato qualcosa di riservato a privati appassionati o alla ricerca di innovazione, domani questo tipo di asset dovrà trovare collocazione all’interno di portfolio di gestori di investimenti insieme all’azionario, al valutario, all’obbligazionario.
Sarà proprio la capacità di spesa dei gestori classici che eserciterà una pressione positiva sulla domanda, rendendo ancora più redditizio questo asset.
Come OENO, credo molto nella creazione di un network di investitori e gestori professionali che possano generare sinergie reciprocamente profittevoli.