So di essere provocatoria e allora ho voluto iniziare con una sana risata riguardando l’esilarante scena del film Totò Peppino e la Malafemmina, con l’indimenticabile Totò e il suo compare De Filippo.
«Svalutazione monetaria, inflazione!», con questa veloce battuta il principe della risata risponde alla domanda del socio che non si capacita come mai 1 milione di vecchie lire siano diventate 700 mila. Nella semplicità di una scena di 1 minuto e 36 secondi si condensa una storia che dura da sempre (chi non ha fatto memoria della vecchia canzone Se potessi avere 1000 lire al mese…?), l’inflazione, e che arriva al momento culminante con l’assegnazione del compito più importante per la Banca Centrale: controllare questo fenomeno, garantendo la stabilità dei prezzi.
Quell’ammanco di denaro – che nel film non è altro che la conseguenza di un furto – nella storia economica ha rappresentato il fenomeno progressivamente più preoccupante per le Banche Centrali investendole della prima responsabilità (cui per la Banca Centrale Americana se ne sono affiancate altre non meno importanti) di monitorare l’inflazione stabilendone un obiettivo preciso (il 2%, ma in America già non vale più…) proprio per evitare una eccessiva svalutazione della nostra moneta.
Lo traduce bene l’articolo di Proiezionidiborsa.it dello scorso 13 ottobre:
Cos’è l’inflazione? Avete appena speso 100 euro. Ed avete riempito il carrello della spesa…. Avete riempito il carrello di frutta, pesce, pane, carne e altri beni alimentari. Ma potrete, tra un anno, comprare le stesse cose allo stesso prezzo?
Eccolo qui quel «a me mi manca il danaro!» di Peppino de Filippo…
Ma è proprio vero che, come recita l’articolo, è ancora così importante capire bene come funziona l’inflazione?
… Perché ci tocca ogni istante della nostra vita, anche se non ce ne accorgiamo. E, nel farlo, influenza tutto ciò che compriamo…
Abbiamo capito no? Insomma i miei soldi potrebbero perdere potere d’acquisto… Pensiamo però a come ragiona l’investitore (e non solo chi investe): capitale nominale da investire 100 mila euro = 100 mila euro. Ora più che mai. Perché? Perché il Covid ha cambiato anche questo. Vediamo.
Abbiamo detto che il compito principale delle Banche Centrali è mantenere la stabilità dei prezzi controllando l’inflazione? Di fatto non è solo un effetto del Covid, ma negli ultimi anni si è assistito a un contagio virale un po’ diverso tra le Banche Centrali, che di fronte a una realtà economica non soddisfacente si sono sempre più rivestite di un incarico “straordinario” – le famose “modalità non convenzionali” – trasferendo come messaggio che la priorità fosse quella di far uscire dalla crisi adottando lo stra-nominato Quantitative Easing (enormi quantità di denaro di cui il mercato è stato inondato proprio per mettere a disposizione risorse).
Ebbene, così facendo, con imprimatur USA e ritardo dell’Europa (che solo nel 2015 ha iniziato questa “opera buona” nei riguardi del mercato economico e di conseguenza finanziario), l’inflazione, uso un’espressione forte lo so, ha cessato di essere notata nella cassetta di sicurezza. Attenzione: non sto minimamente pensando che l’inflazione non sia un tema per noi gestori di patrimonio (non sappiamo né il giorno né l’ora ma proprio questa enorme massa monetaria non potrà che avere effetti proprio sull’aumento di questo fenomeno). Ma la nuova veste delle Banche Centrali ha cambiato la capacità di percepire l’insorgere di questo fenomeno in confronto con il ben più preoccupante degenerare dell’economia, soprattutto negli ultimi mesi.
Quasi a dire che se oggi Peppino dovesse tornare a verificare i suoi soldi nel tesoretto nascosto, potrebbe non accorgersi più del famoso “ammanco”.
L’effetto di questo “travestimento” non convenzionale delle Banche centrali ha cambiato la mentalità del risparmiatore, portandolo a valutare il suo denaro alla vecchia maniera, per quello che è: ho 1000 euro, sono 1000 euro. Ed è questo il motivo per cui, scusatemi se oso, di fronte alle proposte di investire il patrimonio depositato sul conto corrente l’obiezione di coscienza di lasciare i soldi “disponibili” sul conto o addirittura di portarli sotto il materasso è diventata così forte da parte dei clienti.
Qual è invece il vero argomento da far notare al cliente? Non è l’inflazione che i clienti non notano più perché è diventata una criticità remota (almeno al momento)…piuttosto le banche!
Torniamo ancora all’articolo, dove dice:
O il vostro potere d’acquisto diminuirà a causa dell’inflazione? Quasi certamente diminuirà proprio a causa di questo fenomeno. Che non è altro che l’aumento generalizzato dei prezzi. E non soltanto di alcuni beni in particolare.
Non penso che sia questo il punto su cui far riflettere il cliente! Non gli interessa. Non ora. Piuttosto, occorre fargli notare che proprio in forza delle misure adottate per “aiutare” l’economia da parte di queste “nuove” Banche Centrali, ve ne è una che porta le banche a far pagare ai clienti la giacenza sui conti correnti (andate a verificare quanto pagate “i vostri” soldi sul conto). E allora, non è forse questo il vero motivo per cui occuparsi della propria liquidità trovando strade diverse e alternative al conto corrente, evitando così di vivere l’esperienza di Peppino nella scena proposta: «A me mi manca il danaro»???
Sorridete ma agite!
Alla prossima!
Da Proiezionidiborsa.it, Alessandro Ruocco, del 13 ottobre 2020
Perché è importante capire bene come funziona l’inflazione
Purtroppo è una domanda che la gente non si fa spesso. Perché è importante capire bene come funziona l’inflazione? Solo il 37% delle persone sa definire correttamente cosa sia l’inflazione. Ed ancora meno come funzioni. Noi dell’Ufficio Studi di ProiezionidiBorsa ci siamo chiesti il perché di questa mancanza di conoscenza. E la nostra risposta è stata che… non c’è una risposta. Tranne la voglia di non essere informati. O perché si ritiene che un concetto sia difficile da apprendere. O perché si pensa che quella cosa, tanto, non ci tocchi. E, in questo caso specifico dell’inflazione, non esiste cosa più falsa. Perché è importante capire bene come funziona l’inflazione? Perché ci tocca ogni istante della nostra vita, anche se non ce ne accorgiamo. E, nel farlo, influenza tutto ciò che compriamo. Ma entriamo nel dettaglio.
Cos’è l’inflazione? Avete appena speso 100 euro. Ed avete riempito il carrello della spesa (dipende dove. Qui risparmiate, lo sapevate?) Avete riempito il carrello di frutta, pesce, pane, carne e altri beni alimentari. Ma potrete, tra un anno, comprare le stesse cose allo stesso prezzo? O il vostro potere d’acquisto diminuirà a causa dell’inflazione? Quasi certamente diminuirà proprio a causa di questo fenomeno. Che non è altro che l’aumento generalizzato dei prezzi. E non soltanto di alcuni beni in particolare.
Perché è importante capire bene come funzioni l’inflazione?
Perché i prezzi salgono? Per diverse ragioni. Come il rapporto tra la domanda e l’offerta di prodotti o servizi disponibili. Più c’è domanda per un dato bene, più i prezzi aumentano con l’inflazione. E più il vostro denaro perde valore. L’anno prossimo, se l’inflazione sarà positiva, per gli stessi beni che oggi sono nel carrello, 100 euro non basteranno. In più, un’inflazione elevata crea incertezza per consumatori e imprese. Senza la stabilità dei prezzi, gli agenti economici rischiano di prendere decisioni sbagliate. penalizzando la crescita economica.
Come evitare gli effetti dell’inflazione? I soldi lasciati sotto il materasso o su un conto a basso rendimento possono perdere valore. Anzi, non possono, lo fanno. Bisogna far crescere i propri risparmi più velocemente dei prezzi. É quindi opportuno cercare i conti di deposito con i tassi più elevati. Ma ciò può non essere sufficiente. Per quanto possibile conviene investire a lungo termine. Con il tempo i fondi comuni di investimento, gli ETF e le azioni tendono a generare rendimenti più elevati e superiori all’inflazione.
Quindi, perché è importante capire bene come funziona l’inflazione? Perché è un fenomeno ineludibile, diffuso ad ogni livello. E capirlo ci rende dei consumatori più attenti e consapevoli. E, quindi, migliori.