Informazione finanziaria
Ci sono poche certezze nella vita. Ancora meno quando si parla di investimenti. L’approccio corretto all’investimento, di questi tempi, assomiglia a uno scetticismo indiscriminato, più che ad un comportamento frutto di una adeguata educazione finanziaria. In realtĆ , quanto più si ĆØ incerti tanto più si dovrebbe essere orientati ad essere consigliati, guidati. Mai capitato di rivolgervi a una persona per fare la scelta giusta in varie occasioni della vita in cui si era incapaci di intendere e di volere in autonomia?
Peccato che, quando si parla di finanza, subentra l’obiezione fondata sulla memoria, anche qui indiscriminata, di cadute di mercato, di eventi imprevedibili, cigni neri e altri fatti che annullerebbero la credibilitĆ di qualsiasi consulenza finanziaria. Invece di ricordare che, forse, quella consulenza non era sbagliata, ma doveva come sempre essere tenuta presente alla luce di un tempo adeguato in cui dare senso alle decisioni prese in quella sede.
Ebbene. Sapete qual ĆØ la reazione a questo tentativo di appiattire l’importanza di affidarsi ad un consulente finanziario? Si chiama informazione. SƬ, l’investitore reagisce alla consulenza finanziaria buttandosi su una sempre maggiore attenzione all’informazione, pensando che essere più informato lo renda immune al condizionamento da parte di un consulente finanziario e quindi veramente formato, in piena e cosciente autonomia.
L’etimologia dell’informazione
Ci ho pensato e ri-pensato, e questo movimento da parte dell’investitore mi ĆØ parso chiaro recuperando cosa significhi veramente Informare.Ā Che etimologicamente rimanda al “formare dentro”, dare forma, modellare, finanche plasmare.
Scendiamo a terra. Nessuno pensi che io non attribuisca importanza all’informazione. L’investitore deve essere informato. Ma facendolo in piena autonomia, deve sapere che incorre in una quasi consulenza indiretta. L’informazione che l’investitore crede di accogliere come un elenco di dati semplicemente recepiti, infatti, ĆØ al tempo stesso una vera e propria formazione da dentro della sua mente. Un processo che diventa, per sĆ© stesso, un condizionamento nelle sue scelte di investimento.
Ć un’ovvietĆ che l’informazione non sia libera. Ma lo si ĆØ sempre pensato solo sotto il profilo di un orientamento politico. Nessun investitore si rende conto di quanto l’informazione – su cui fa affidamento per liberarsi dal condizionamento di un consulente che avrebbe tradito le sue aspettative in termini di rendimento – lo condizioni nel fare le corrette scelte di investimento. Che anzi possono diventare, cosƬ facendo, paradossalmente non corrette.
Tre esempi per capire
Vediamo alcuni esempi.Ā Non ĆØ semplice far comprendere agli investitori quanto sia importante, nel contesto attuale dei tassi, valutare di preferire strumenti di investimento con distribuzione di dividendi, prediligendo il contesto delle grandi aziende americane.
Se si vuole costruire un portafoglio con una rendita finanziaria, valutando il rischio perché si parla di asset azionari, è tornato il momento di costruire portafogli che possano creare un reddito integrativo. A partire dalla constatazione di prezzi che hanno scontato quel tasso già così alto negli USA e che dunque possono creare valore nel tempo.
Ebbene. Qual ĆØ l’obiezione a questa “formazione finanziaria” su quale sia il vantaggio dei prezzi e degli utili (o dividendi) che si inserirebbero nel portafoglio alla luce del contesto attuale dei tassi? Proprio l’insospettabile in-formazione.
PerchĆ© l’informazione dominante insiste sul fatto che la politica dei tassi sia ancora lontana dalla fine, che i tassi si possano ancora alzare, e che le banche centrali procedano con ulteriori rialzi.
CosƬ continua a dare forma da dentro nella mente dell’investitore il suggerimento a non fare scelte, a non decidere per quegli strumenti finanziari sopra detti, a distribuzione di dividendi che invece potrebbero fare la differenza per il reddito distribuito.
Un altro esempio. Risulta ancora più difficile, sebbene coerente con una corretta conoscenza finanziaria che si cerca di trasmettere nella consulenza, convincere l’investitore che la finanza sia un tema su cui investire. E non certo da quest’anno. Risulta irragionevole agli occhi degli investitori.
PerchĆ© anche qui la veritĆ sta nell’in-formazione che ricevono leggendo i giornali che di questi tempi, anche a ragion veduta, hanno messo in primo piano quanto la finanza sia soggetta a cadute di tono nonchĆ© di prezzi.
I giornali nascondono certe notizie?
Nessuno dice che non sia corretto essere informati sulle due banche americane fallite o le più vicine Credit Suisse o Deutsche Bank. Peccato che quegli stessi casi, oggetto di informazione dirompente per giorni, hanno lasciato nella mente dell’investitore una forma da dentro che ĆØ diventata obiezione a credere che la finanza, le banche, possano essere un tema interessante. Anche qui per il contesto dei tassi, perchĆ© i tassi positivi sono una fucina di rendimento per banche e aziende del settore cosƬ bersagliato dall’informazione, la finanza.
E guai a chi si azzarderĆ in consulenza a parlare di privilegiare, anche qui, le banche del nuovo continente, proprio per la presenza di una politica dei tassi più aggressiva e quindi più virtuosa. Obiezione derivante da in-formazione, su tutte il caso del fallimento delle due ormai famosissime banche, americane appunto…
In conclusione. L’informazione non ĆØ brutta e cattiva. Ma va conosciuta e compresa come in-formazione. Anche perchĆ© certe notizie, che potrebbero fare la differenza e far comprendere un quadro più ampio e più coerente con il movimento della finanza in un contesto di tassi positivi, possono passare inosservate, sottovalutate o interpretate come casuali.
Come quella sulla stagione delle trimestrali appena iniziata che vede una banca americana come JP Morgan aver messo fuori davvero “i numeri”.
Ma questa notizia, che non ha proprio nulla di strano se si pensa a quanto detto prima, potrebbe essere quasi sottovalutata, anche perchƩ riportata solo a pagina 19, il 15 aprile, in un giornale come ilSole24ore che di solito ha ben presente a quali notizie dare maggior peso in-formando il lettore.
Non c’ĆØ allora che da chiedersi come mai la testata sabato 15 aprile abbia messo in primo piano il tema del reddito di cittadinanza, lasciando in fondo la notizia sullāexploit delle trimestrali delle banche americane che tanto potrebbe essere determinante (dentro una consulenza finanziaria) per formare oltre che in-formare lāinvestitore.
Ma forse ĆØ proprio qui la veritĆ auto-rivelante su dove vada l’in-formazione, a partire dalle notizie su cui tanto si sofferma lāinvestitore pensando di esserne correttamente guidato. E dove invece debba andare la consulenza finanziaria e, spero sia servito chiarirlo, anche l’investitore, per essere davvero in-formato e scegliere in piena consapevolezza.
Alla prossima!