A leggere tra i tanti articoli usciti sul tema più cool del momento, l’Intelligenza Artificiale o AI (quasi eco del famosissimo ET di Spielberg: lì si parlava di extraterrestri, qui in qualche modo ci si ritorna…), tra cui il pezzo uscito su Il Sole 24 Ore di qualche giorno fa, si sarebbe tentati di rinunciare a qualsiasi, minima possibilità di investire qualcosa proprio lì. Sull’Intelligenza Artificiale.
Di questioni e di rischi declinati nel pezzo che ho citato ce ne sono tanti, in tutte le possibili varianti e sfaccettature più o meno evidenti. Bias e discriminazione, privacy e sicurezza, autonomia e responsabilità, impatto sociale ed economico fino ad arrivare, addirittura, a una vera e propria minaccia per la sicurezza nazionale. Tutto vero e tutto compreso nella ormai nota AI. Ma tutto altrettanto interessante per suggerire e sollecitare un investimento… assolutamente normale.
Sì, ne sono convinta. L’Intelligenza Artificiale è l’investimento più normale che ci sia, al momento. Nel senso vero della parola, normale. Che significa, da vocabolario, conforme alla consuetudine e alla generalità, regolare, usuale, abituale. L’Intelligenza Artificiale, ed è interessante partire dalle innumerevoli descrizioni che ne dà la stampa, è oramai dentro tutte le vicende del nostro mondo e delle nostre giornate. È contingente, abituale, usuale, facente parte della nostra realtà. Di tutta la nostra realtà. Perché, volenti o nolenti, siamo immersi nei dati, siamo identificati dai dati e l’AI li legge, elabora e analizza in grandi quantità, imparando dalle esperienze a prendere decisioni in autonomia. Che questa dinamica sia inarrestabile non è nemmeno in discussione. Pertanto la scelta non è se investire o no nell’AI, ma se stare al mondo o no, investendo in AI.
Ora, è proprio qui il vero ostacolo alla più completa adesione all’investimento più normale di tutti i tempi. Siamo infatti abituati a pensare che quando si investe bisogna pensare “alto”, bisogna entrare nelle stanze di chi ne capisce qualcosa. Che non è proprio sbagliato, anzi è molto corretto che si scelga il “come” investire nell’AI affidandosi a una consulenza professionale. Ma l’adesione al tema dovrebbe essere davvero… incondizionata. Questo è il punto. Senza alcuna obiezione di coscienza. Alla luce del fatto che l’AI è l’investimento normale per eccellenza. E dunque, esagero, più popolare e democratico che sia mai esistito.
La mia, volutamente esagerata, adesione a questo tema di investimento non mi porta a disprezzare o addirittura azzerare la vecchia questione del rischio. Ma il fatto che l’AI sia oramai dentro le nostre vite costringe tutti, davvero tutti, a prendere una posizione anche di portafoglio a tal riguardo. Quasi fosse inevitabile farci i conti. E quasi non fossero neppure necessari i dati di crescita sugli investimenti già fatti a sistema su questo tema. Se volete leggerli li trovate sempre nel pezzo del Sole. Ma forse, come ho provato a dirvi sino a qui, non sono quelli che devono portare il tema dell’AI al più presto nei vostri portafogli. Piuttosto il guardare all’AI non più come si andava al cinema a vedere ET, l’extraterrestre veramente fuori dall’ordinario. Guardiamo invece all’Intelligenza Artificiale come al tema più conforme alla consuetudine e alla generalità, regolare, usuale, abituale. In una parola, normale.
Così è se volete investire, quasi senza pensare di farlo veramente.
Alla prossima!