È sufficiente una preparazione sommaria per investire in azioni, anche se si è "allergici" a questi prodotti? Forse no, se non si vogliono rischiare choc patrimoniali
Mi piace, per la l’uscita settimanale della mia nuova rubrica, questo articolo uscito su Vvox.it il 13 ottobre, perché mi fa immaginare di potere entrare in un ristorante e sfogliare il menù senza “andare troppo per il sottile”.
Avete allergie alimentari? Io sì, e infatti non posso ordinare tutto quello che un menu “normale” (parliamo di normalità a tavola…) consentirebbe; anzi, devo assolutamente guardare le “etichette” indicate a lato di ogni pietanza e evitare i cibi non consentiti.
Bene, partiamo da qui. È proprio questo quello che manca nell’articolo che vi riporto, ma mi sembra di capire che l’obiettivo di questo “stile” (chiamiamolo così) di stampa sia proprio questo: non andare troppo per il sottile, elencare sommariamente i singoli piatti/asset finanziari, alludendo alle loro caratteristiche. Senza pensare, dunque, che trattandosi di prodotti finanziari descritti su un canale internet, il mezzo di comunicazione (e di vita ormai) più utilizzato, senza distinzioni di età, forse occorrerebbe trovare il modo per evidenziare meglio proprio le “etichette”…
Cominciamo dal titolo:
Meglio investire in Azioni o Forex?
Corretto, senza dubbio; scontato, ma non sufficiente. Se leggere significa avere reazioni conseguenti, che ne direste voi? Leggo e capisco che non importa se compro azioni o addirittura valute, l’importante è Diversificare. La parte finale è l’unica corretta. Non perché la prima non lo sia, ma perché non vale per tutti che vada bene acquistare azioni e valute.
Altro aspetto mancante non tanto nel titolo (tutto non ci può stare) ma in tutto l’articolo, sono le quantità, i pesi: anche se fosse vero e possibile per tutti acquistare azioni e valute, si dovrebbe porre attenzione al “giusto peso”.
Tornando al paragone con le allergie, occorre valutare se si tratta di un’ “intolleranza” – e allora potrebbe anche starci acquistare una “quota” di azioni o di valute – o si ha davanti un lettore che è proprio “allergico” o per sua attitudine (e credetemi son proprio i clienti apparentemente allergici alle azioni che poi cadono nella trappola di questi articoli e comprano azioni, salvo poi scoprire che non era proprio il caso!), o per età (una persona che vive di pensione dovrebbe valutare se sia il caso di acquistare azioni: lo dimostra la sua reazione quando le compra e scendono vertiginosamente…).
E sapete qual è la risposta del cliente la maggior parte delle volte? «Ma ne ho comprate poche!» Ecco la quantità: se anche dovessero essere, azioni e valute, una tipologia di asset appetibile per tutti all’interno di una diversificazione, occorrerebbe comprarne nelle quantità corrette.
Altro punto interessante:
Attenzione, per differenziare non basta avere una varietà di azioni, ma è necessario alternare i propri acquisti quantomeno con obbligazioni e liquidità
Quali obbligazioni? Tutte? Il cliente scrive sul suo portale “Obbligazione”, guarda quella che gli rende di più (normalmente quella più rischiosa), e compra, senza porsi “problemi di allergie”?
«Varietà di azioni», anche qui: è vero che il soggetto dell’articolo è “il trader”, insomma chi dovrebbe essere nelle condizioni di fare una scelta tra azioni da acquistare e azioni da evitare, ma è pur sempre vero che la lettura generale è che l’importante è comprare “tutto”, salvo poi scoprire che anche la scelta delle azioni è soggetta alla valutazione dei dati delle aziende che di quelle azioni sono le emittenti. Vabbe’.
L’ideale è acquistare prodotti finanziari i cui rendimenti si muovono in direzioni opposte
Spero sempre che su Internet stiano la maggior parte del tempo i giovanissimi, ancora senza patrimonio, perché se dovesse essere vero (come penso io) che invece il mondo si sta uniformando e sta trasferendo competenze tecnologiche anche a persone non più giovani o addirittura della terza età, leggendo queste frasi così semplicistiche e generiche online il rischio di comportamenti azzardati sarebbe ed è davvero importante.
Qui si parla di “decorrelazione”, e solo un Consulente Finanziario può aiutare a capire cosa sia. Chissà un lettore cosa comprerebbe leggendo la frase…”i cui rendimenti si muovono in direzioni opposte…” o ancora, di seguito, quando si torna al mix dell’esempio pratico:
Un esempio pratico potrebbe essere quello di comprare azioni, obbligazioni, valute e materie prime. Tutti questi prodotti infatti presentano caratteristiche differenti far loro.
Si tratta di asset quotati anche su mercati differenti che presentano una volatilità molto differente tra loro, basti pensare alle azioni e al forex
E ora il pezzo forte:
Il trader dovrà rivedere periodicamente il portafoglio per adattare la diversificazione al periodo economico e finanziario. Con il passare del tempo possono cambiare sia gli obiettivi personali che i prodotti quotati sui mercati. Tutto questo potrebbe risultare complicato per chi è alle prime esperienze, ma fortunatamente sul web esistono numerosi corsi che hanno lo scopo di formare e instradare i principianti
«Fortunatamente»? Parliamone. Fortunatamente direi proprio di no! È proprio questa la vera illusione che articoli di tal fatta suggeriscono: che sia sufficiente una preparazione sommaria o comunque esito di un imprinting online.
Anche qui dipende. Ci sono Millennials che, nati in un contesto assolutamente evoluto, potrebbero insegnare qualcosa anche accedendo a questa tipologia di formazione. Ma se parliamo del fatto che, come recita l’articolo, investendo il capitale su diversi asset in diversi settori la probabilità di perdere una quantità significativa di denaro si riduce drasticamente, forse dobbiamo pensare alla possibilità di essere seguiti da un Consulente che, come in tutte le cose importanti (e la conservazione del nostro capitale non lo è forse per tutti?), possa fare questo lavoro grazie all’esperienza, anziché leggere online “le ricette per tutti”.
Trovare il prodotto finanziario migliore sul quale investire il proprio tempo e denaro è l’obiettivo di ogni trader, ma per minimizzare il rischio legato alla speculazione e ottimizzare i risultati è indispensabile diversificare il proprio portafoglio.
Conoscere i beni e i servizi negoziabili è quindi il primo passo per organizzare un piano di compravendita equilibrato, in grado di attutire i movimenti ribassisti del mercato e sfruttare il rialzo di valore. Diversificando, ovvero investendo il capitale su diversi asset in diversi settori, la probabilità di perdere una quantità significativa di denaro si riduce drasticamente.
Attenzione, per differenziare non basta avere una varietà di azioni, ma è necessario alternare i propri acquisti quantomeno con obbligazioni e liquidità. Questo perché ogni asset possiede differenti peculiarità e vantaggi.
Non solo, il trader dovrà rivedere periodicamente il portafoglio per adattare la diversificazione al periodo economico e finanziario. Con il passare del tempo possono cambiare sia gli obiettivi personali che i prodotti quotati sui mercati.
Tutto questo potrebbe risultare complicato per chi è alle prime esperienze, ma fortunatamente sul web esistono numerosi corsi che hanno lo scopo di formare e instradare i principianti. Inoltre, gran parte della formazione è offerta gratuitamente dalle società di brokeraggio.
Diversificazione del portafoglio: pro e contro
Nel momento in cui si decide di operare in Borsa, è bene partire da un presupposto: qualsiasi forma di commercio finanziario presenta un margine più o meno elevato di rischio.
Per arginare questa condizione permanente, il trader può distribuire il rischio allo scopo di attutirne gli effetti. Qui entra in gioco la diversificazione del proprio portafoglio di investimenti che, come ogni operazione finanziaria, presenta pro e contro.
Scegliere diversi asset su cui investire i propri soldi riduce certamente il rischio di perdita di capitale, protegge dalla volatilità del mercato, porta a ottimi rendimenti sul lungo periodo. Al contempo la diversificazione richiede una maggiore attenzione e gestione del portafoglio, presenta costi più alti poiché più transazioni equivalgono a più commissioni e i rendimenti a breve termine risultano bassi.
Dunque spetterà al singolo soggetto valutare, in base alle proprie disponibilità economiche e agli obiettivi finanziari, se e quanto può essergli funzionale una diversificazione del portafoglio.
La scelta degli asset: azioni, obbligazioni, materie prime e forex
Creare un portafoglio diversificato significa dunque individuare attività, azioni, obbligazioni, liquidità con rendimenti differenti nel tempo e il cui valore è definito da fattori dissimili.
L’ideale è acquistare dei prodotti finanziari i cui rendimenti si muovono in direzioni opposte, in modo tale da creare un equilibrio di rendita minima, cosicché nei momenti in cui alcuni bene subiscono un deprezzamento altri mantengano il proprio valore e non si rischi la perdita dell’intero capitale investito.
Un esempio pratico potrebbe essere quello di comprare azioni, obbligazioni, valute e materie prime. Tutti questi prodotti infatti presentano caratteristiche differenti far loro. Si tratta di asset quotati anche su mercati differenti che presentano una volatilità molto differente tra loro, basti pensare alle azioni e al forex.
Opinioni sul Forex: perché diversificare il portafoglio sul mercato valutario?
Se si fanno ricerche sul web scrivendo ad esempio “opinioni forex”, si noterà come questo mercato sia considerato altamente rischioso ma dinamico.
Il trading forex, ovvero lo scambio che riguarda le coppie di valute, è una tipologia di investimento alternativo rispetto a quello in azioni, obbligazioni e titoli di Stato, poiché presenta particolari dinamiche di relazione tra rischio e rendimento finanziario.
Grazie alla grande liquidità del mercato valutario, il trader potrà facilmente andare in short rispetto alla negoziazione dei titoli azionari. Inoltre i fattori che influenzano l’andamento di prezzo delle valute sono di tipo prevalentemente macro-economico, mentre per i titoli azionari si fa riferimento a variabili micro-economiche.
È dunque ovvio come un portafoglio che comprende asset molto differenti fra loro, possa attutire più facilmente i diversi momenti di crisi finanziaria e preservare, almeno in parte, l’investitore.
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