Zona Franca oggi incontra Manfredo Sciarretta, owner presso Edge Srl, società con sedi in Italia e nel mondo, attiva nella consulenza alle aziende nel settore assicurativo e della sicurezza negli ambienti di lavoro con un target di riferimento costituito da aziende con fatturato superiore ai 100 milioni di euro.
Finalmente assicurati: ecco il tema di oggi. Intendo affrontare con te quello che forse la pandemia ha riaffermato potentemente come il tema cardine della vita personale e professionale dei nostri clienti. Cosa ne pensi?
Penso che il settore resti ancora legato a vecchi parametri, senza essere in grado di sfruttare le enormi potenzialità che la nuova normalità offre. In pratica, reagisce alle novità chiudendosi. Offre soluzioni solo apparentemente differenti, ma lo fa in termini poco trasparenti, senza che il pubblico se ne renda effettivamente conto. Ci vorrà del tempo perché la paura si trasformi in opportunità per il cliente.
Si legge spesso in questi giorni che l’anno trascorso, e non meno quello presente, ha creato le condizioni per un vero e proprio boom delle polizze. Di tutte? O in particolare di quelle relative a un settore o a una tipologia?
Questa affermazione è valida prevalentemente in ambito retail: le coperture assicurative sono un fondamentale strumento di protezione delle persone, anche contro gli eventi che tutti noi abbiamo dovuto affrontare da quel dì del “paziente 1”.
Purtroppo il mercato non ha ancora prodotto contenuti adeguati alla nuova realtà; tuttavia i prodotti “storici” restano strumenti molto potenti, e non ancora sostituiti da altre soluzioni. Nel settore aziende, al contrario, invece di venire incontro ai clienti, il mercato ha risposto con consistenti aumenti delle tassazioni in vari settori, inducendo le imprese in difficoltà ad azioni conservative, e non di maggiore protezione.
Perché la copertura assicurativa, che si tratti di ramo vita o ramo danni, rappresenta un vero e proprio cardine nell’approccio al patrimonio (ammesso che lo sia)?
Come dicevo, non esistono molte altre soluzioni che consentano di tutelare – contemporaneamente e con altrettanta efficacia – le persone, la loro capacità di produrre reddito in caso di disavventure, e i beni o il patrimonio che gli assicurati sono riusciti a costruire nella loro vita.
La tua professionalità riguarda soprattutto le polizze per le aziende. Cosa ne pensi del cyber risk? È l’ennesima moda o deve essere considerato alla stregua degli altri rischi da coprire, se non di più?
Ancora oggi nelle aziende c’è spesso la sensazione che, pur leggendo di quotidiani attacchi hacker, questi riguardino aziende e settori considerati più sensibili.
Ma per i cyber pirati il miglior modo di arrivare agli obiettivi veri, più protetti, è passare attraverso i loro fornitori più vulnerabili: per capirci, tra qualche tempo – ben prima di quanto pensiamo – sarà il nostro frigorifero di casa, o l’impianto di climatizzazione domestico, che hanno semplici componenti elettronici poco protetti, la via più semplice per arrivare alle grandi case produttrici o alle banche o, più semplicemente, il modo migliore per “controllare” le nostre vite.
Le vulnerabilità informatiche richiederebbero non solo l’attivazione delle coperture assicurative, ma un rafforzamento importante della sicurezza cyber. Ancora una volta, la necessità di prodotti cyber è elevatissima, ma la qualità dell’offerta delle Compagnie è ampiamente migliorabile. Il rischio cyber sarà la pandemia dei prossimi anni, se le aziende non sapranno correre ai ripari.
Se dovessi consigliare a un cliente da quale polizza partire cosa diresti?
A un cliente privato, di tutelare la sua capacità di produrre reddito, cioè la polizza infortuni. A un’azienda, che ha già sicuramente già attive le coperture principali, consiglierei la cyber.
Come vedi il mercato assicurativo oggi? Qualcosa è cambiato?
La pandemia ha comportato, o lo farà nel breve, grandi sinistri a carico delle Compagnie assicurative. I soli Lloyds’ pagheranno oltre 3 miliardi di dollari in sinistri legati al coronavirus.
Oggi si preoccupano più di frenare l’emorragia che di contribuire a una ripresa dell’economia supportando le aziende e i privati. Solo nel settore retail, che ha grande redditività per gli assicuratori, si notano dei prodotti più giovani e più vicini ai nuovi clienti. Ma il cammino è ancora lungo.