Nessun testamento è perfetto
Nessuno è perfetto. Detto arcinoto, e realistico. Ma che nessun testamento sia o possa essere perfetto lo si dice molto meno. Anche perché, nella prevalenza dell’applicazione della legge sulla successione e quindi del processo cosiddetto ex lege, vuoi per indolenza del de cuius quando era in vita, vuoi per il rimando a momenti migliori (che poi non arrivano mai), si finisce per pensare al Testamento come a quella scelta che avrebbe potuto, se ci fosse stata, risolvere la complessità della maggioranza dei casi di successione. Davvero.
Eppure, la lettera immaginaria che vi propongo – scritta da Matteo al «favoloso nonno Gino» appena venuto a mancare, nonno sì favoloso ma forse un po’ troppo ottimista sulle possibilità e le capacità del giovane nipote – sembra suggerire che le cose non stiano proprio così, e che una maggiore efficienza nella soluzione del post mortem potrebbe stare da un’altra parte. O meglio, nella scelta di un altro atto.
Nel leggere la lettera cercate di pensare alle sensazioni e ai pensieri che maturano nella mente di Matteo, provate a pensare a lui più che al de cuius, perché in questa sede, Le Successioni Pericolose, parliamo proprio di lui, il beneficiario di un evento di successione.
La lettera di Matteo
Genova, 20 maggio 2022
Nonno Gino, che pasticcio… mi sfogo, scusami, ma lo devo fare proprio con te a cui ho sempre detto tutto!
Ma tu lo sapevi che potevi farla meglio questa cosa che chiamano Testamento? Mi manchi sai! Tu sei sempre stato il mio “cervello”… e ogni volta che dovevo prendere una decisione venivo da te. Ma tu mi hai sempre sopravvalutato. Non avendo più papà e mamma e occupandoti di me da sempre, io figlio unico e tuo unico nipote, e tu solo al mondo, hai pensato che fossi pronto. Pronto a prendere le tue parti e ad andare incontro alla vita. Con i tuoi beni in tasca. Me lo hanno letto oggi, il Testamento, quel foglio che tu lasciavi sempre in giro, e alla fine sai dove lo hanno trovato? Nella solita vecchia scatola di biscotti, perché là mettevi le cose che chiamavi “tesoro” (ricordi??).
E così mi hanno letto che dal testamento risulta che io ora sono come te. Capisci? Ora ho le tue case, ora ho i tuoi soldi e ho la tua azienda! Ma che guaio, nonno, che guaio! Perché io lo so che non ho il tuo cervello, nonno, non ho il tuo pensiero e non so come fare. Sai che da quando non ci sei più mi chiamano tante persone, mi dicono che per me possono fare di tutto, mi offrono tutto quello che voglio. E questo non mi mette per niente tranquillo. Se c’è una cosa che ho imparato da te è che fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. E così mi sento quasi in un inferno. Perché ho il mondo, il tuo mondo in mano ma non so come usarlo, e tu non ci sei per aiutarmi.
Quell’avvocato che mi sembra simpatico (ma anche di lui non so se fidarmi!) dopo aver letto il testamento mi ha detto che ti aveva consigliato una cosa diversa, che si chiama Trust con testamento o forse Trust Testamentario, non ricordo bene. Se tu lo avessi fatto, mi ha spiegato, ora sarebbe tutto diverso. Perché tu mentre eri ancora vivo potevi scrivere cosa volevi fosse fatto, dopo di te, di tutte le tue cose. Potevi scrivere che alla tua morte tutto sarebbe stato dato a una persona fidata – mi pare si chiami Trustee – che avrebbe gestito tutto secondo un piano deciso da te. Capisci? Così io non ci avrei pensato, perché io le idee non le ho, non so che farmene di tutti questi soldi! Se avessi fatto quella cosa, invece del testamento e basta, avresti scritto insieme a quell’avvocato che mi è simpatico, un programma, per seguire tutte le mie esigenze nel tempo, ma senza che dovessi essere io a scegliere niente.
Vedi, nonno, lo so che volevi che io avessi tutto, ma io ora pur avendo tutto non ho niente, perché non so come usare i beni che mi hai lasciato, non so come affrontare tutto, e soprattutto non so di chi fidarmi. Lo so che ho 20 anni, sono più che maggiorenne, ma non basta, sai? Perché non so lo stesso come fare. Con quel programma li invece, se solo tu lo avessi scritto per me pensando a tutte le evenienze del mio futuro (tu che sapevi tutto di me da sempre) e lo avessi consegnato nel caso della tua morte a questo Trustee, che avrebbe gestito tutti i tuoi beni pensando al mio bene nel tempo… sai quanto mi avresti aiutato? Tanto, nonno, tanto.
Ti abbraccio e non smetto di pensare al vuoto che hai lasciato
Il tuo Matteo
Domande che potrebbero nascere in sede di decisione sulla successione
A chi lascio tutto?
È sufficiente lasciare un testamento per fare delle scelte, o devo pensare anche se le persone cui lascio il patrimonio sono in grado di occuparsene?
Avere un erede “buono”, ossia in buona fede, come è il caso di questo bravo nipote, è sufficiente per decidere di lasciargli tutto, o occorre pensare a come metterlo nelle condizioni di utilizzare quel lascito come vera opportunità per il suo futuro?
Infine, è meglio scrivere le volontà, o pianificare come queste volontà potrebbero aiutare l’erede?
Alla prossima