ACCOLTO IL RICORSO URGENTE DI ALCANTARA CONTRO LA FRIULANA MIKO
Greenwashing, c’è la prima ordinanza
Stop ai messaggi di falsi benefici ambientali. Save the Planet plaude
Mi fermo a questi titoli de Il Giornale perché penso che un po’ tutti lo abbiamo letto o sentito dire: è uscito un pronunciamento giuridico sul fenomeno già da tempo nominato del Greenwashing.
Messa sotto accusa è una azienda, la Miko Srl di Gorizia, che avrebbe usato una comunicazione altamente allusiva ai principi ESG, descrivendo i materiali utilizzati per la sua produzione, che però di fatto non era coerente con la realtà dei fatti. Una incoerenza messa in luce dalla ong Save the Planet, che avrebbe sostenuto come quei benedetti principi sarebbero stati in realtà non rispettati. Come recita il detto?
Fatta la legge trovato l’inganno? Beccata, Miko!
Aggiungerei: dato che in Italia domina, ancor più che la legge, la giurisprudenza, potremmo quasi ringraziare questa ordinanza per aver chiarito da che parte occorra stare, e dove stia il corretto operare in questo molto nominato mondo ESG…
Ma qui, a riguardo di ESG, forse non era così necessario attendere un tribunale per capire come, per fare la cosa giusta, si debbano rispettare certi principi.
Insomma, le sentenze servono a chiarire se la legge non è chiara. Cosa c’è da capire in questo caso? Non è forse vero che è sufficiente dire ambiente, clima e (forse la più difficile da mettere a terra come significato primo) rispetto delle regole di comportamento nel governo di una azienda, per avere chiaro cosa si debba fare? In realtà non è proprio così. Perché il cosa è chiaro. È il come che non lo è.
O meglio, è il come che rappresenta il vero rischio ESG alla prima potenza, ancora prima cioè del rischio ESG reale, rappresentato dai fenomeni climatici, ambientali e societari di cui si legge diffusamente e a cui si assiste realmente da tempo.
Della serie: un conto è sapere che bisogna fare il bene, tutta un’altra storia è come lo si fa, tanto che ognuno poi lo interpreta a suo modo.
Sbaglio o siamo entrati a pieno titolo in una questione morale? Proprio per questo, inesorabilmente soggetta a sentenza. A giudizio. A valutazione sul come si metta in pratica il discorso ESG. Non sto per nulla divagando dal tema degli investimenti.
Perché non c’è dubbio che l’ordinanza di cui parliamo non fa che sollecitare e allertare ancora di più la massima attenzione che occorre dare a cosa venga identificato come investimento ESG. Quasi si fosse entrati in un mondo che, dall’essere originariamente solo finanziario e dunque cinico, orientato al risultato, avulso da qualsiasi contesto, non possa ormai che essere considerato all’interno di un giudizio altamente discrezionale e per questo soggetto a innumerevoli sentenze.
Alla prossima… sentenza!