In questi giorni mi sono ritrovata per vari motivi a valorizzare quanto sia importante l’istante, vivere l’istante. Spesso non si vive “alla giornata”, ma proiettati in quello che si dovrà fare all’indomani con ben precisi obiettivi. In tutto questo non si vive mai l’istante, che passa per essere qualcosa di poco interessante. Traslato sul lato strettamente economico, c’è un fenomeno di tutt’altra natura, ma in fondo simile, che sta sostenendo un’intera economia.
Boomer a chi?
Sto parlando del “segreto dell’economia americana” che, in un’epoca di tassi di interesse elevati, dobbiamo individuare in una ben precisa classe non politica. Non sto parlando di riforme (come l’Inflation Reduction Act firmato da Biden per ridurre il caro-vita), ma dei consumi di una ben determinata classe di persone, di una specifica fascia di età . Anche dalle nostre parti, dove i dati di resilienza non sono così significativi come Oltreoceano, sentiamo parlare spesso dei boomer, la generazione dei nati tra la seconda metà degli anni Quaranta e la prima metà degli anni Sessanta. Ebbene, è proprio ai senior e alla loro disponibilità di spesa che tanti attribuiscono il merito di aver permesso all’America di tenere alto il livello dei consumi, nonostante e dentro la stretta dei tassi. E questo perché gli over 65 in America rappresentano ormai il 17,7% della popolazione, il picco più alto dal lontano 1920 e in crescita significativa dal 13% del 2010.
I tassi non sono un problema
“Ho passato tutta la mia vita a risparmiare per questo e per quello, ora ho soldi in banca e voglio spenderli per vivere momenti con i miei amici e con la mia famiglia come mai ho fatto prima”. Questo il pensiero di un over 65 intervistato dal WSJ. Ecco a voi la generazione dei consumi dell’istante, nell’istante, nel presente. Una generazione che non rischia di perdere il posto di lavoro, che ha risparmi e voglia di godersi la vita.
E’ la generazione che ha riconosciuto di essere sfuggita al Covid e quindi ha deciso che non avrebbe più fatto passare il tempo invano. Una generazione che negli USA nel 2022 ha pesato per il 22% dei consumi, un record dal 1972, e in crescita del 15% dal 2010. Boomer sempre più attivi che spendono, non mettono da parte pensando al futuro. Non hanno più il mutuo, quindi non sono particolarmente preoccupati dai tassi di interesse. Hanno già fatto il loro e ora vogliono stare al mondo “living better, longer and larger”, come sintetizza il WSJ.
Sono loro il segreto?
Sono loro il segreto dell’economia americana? Può darsi. Perché ve ne ho parlato? Perché se c’è qualcosa che si continua a ricercare è un asset che dia ritorni senza rischio. E allora smettiamo di rimanere su quanto crediamo di sapere e guardiamo all’allungamento della vita, un dato che conosciamo ma che non abbiamo, forse, ancora considerato come vero tema di investimento.
O meglio, visto che i cosiddetti temi di investimento hanno fatto il loro tempo e spesso finiscono per restringere lo sguardo e la comprensione, direi che si tratta di una sollecitazione a guardare i consumi che hanno fatto la differenza al punto da superare le aspettative economiche. E investirci, perché credo che questo possa fare la differenza anche nelle tasche dell’investitore, da qui in avanti. A meno che improvvisamente i nostri boomer perdano terreno come protagonisti dei consumi americani. Ma su questo, ne sono certa, il rischio non c’è.
Alla prossima!