investimenti
Le pagine della nostra vita
Se avete modo e tempo guardatelo: Le pagine della nostra vita, il film del 2004 di cui vi ho riportato una scena di sicuro effetto. Parto da qui per quello che oggi metto a tema, solo apparentemente poco attinente a discorsi finanziari.
Lei è la splendida e irruente Ally, che per tutta la vita non ha amato che un uomo, di cui si è perdutamente innamorata durante una spensierata vacanza estiva con i genitori.
Ma il filo che in tarda età la ricongiunge a lui, che la assiste nella sua degenza in una casa di riposo dove è costretta a rimanere, si è per così dire perso nella memoria a causa di una grave demenza che da quando l’ha colpita le ottunde mente e cuore, al punto da rendere impossibile il ricordo degli eventi che hanno costruito la loro vita insieme.
Così tutto scorre, fuori: i loro figli sono diventati adulti e hanno costruito una famiglia, e lei è lì, senza possederne il minimo ricordo.
E lui cosa fa per recuperarle nella memoria proprio i singoli ricordi?
Rimane con lei ogni singolo giorno a leggerle le pagine della loro vita, quell’insieme di fatti ed eventi più o meno grandi che lui ha voluto scrivere in un diario che continua ad aprire proprio e solo per lei, per farle recuperare la preziosa memoria che sola può crearle un sobbalzo di emozione inevitabilmente rassicurante nel buio della mente che altrimenti le riempie le giornate.
Così, ascoltando lui, è come se ritornasse in possesso di quel filo conduttore di tutta la sua esistenza che in fondo ha un solo nome, quello dell’amatissimo marito Noah che ancora le è accanto in quella che altrimenti finirebbe per essere la fase più triste della sua esistenza.
Come invece non lo è mai, in nessuna giornata, perché proprio in quelle pagine lei riesce a recuperare chi è stata veramente.
La memoria degli investimenti
Ebbene, mutatis mutandis, come dicevano gli amati latini, noi consulenti finanziari ci troviamo di fronte a un’era in cui la memoria del trascorso finanziario o, meglio, di cosa negli anni sia accaduto nei portafogli dei nostri clienti, può andare un po’ per così dire… recuperato nella loro memoria.
E quasi si vorrebbero avere pagine coinvolgenti come quelle lette dall’innamorato Noah alla sua bella Ally, capaci di farla tornare da lui anche se per pochi attimi, lucida e presente, cosciente di tutto quello che li ha condotti a essere insieme.
Quello che si nota più spesso, invece, è che quando il cliente ha bisogno di ritrovarsi nei suoi trascorsi numerici per tornare a una versione più realistica di quanto stiamo tematizzando, perda un po’ se non del tutto quel che di appassionante può esserci in un rapporto costruito nel tempo e ricco di episodi come quello con il consulente finanziario, per rimanere solamente al livello che potremmo definire “dei numeri solo numeri”.
Sembra che tutto accada “fuori”
Un livello che, non voglio essere fraintesa, è corretto recuperare e riprendere quando occorre ma, guarda caso, questo momento di necessaria memoria per cui un cliente bussa alla nostra porta volendo recuperare il passato per capire cosa sia successo nel suo portafoglio negli anni (perché non se ne ricorda affatto), sembra accadere ultimamente in un tutt’altro che strano collegamento con la realtà del momento.
Infatti, come nell’esperienza di Ally tutto accade fuori da lei (davvero, andatelo a vedere per cogliere la bellezza della pellicola), mentre nella sua mente è tutto fermo e bisognoso di un sobbalzo capace di far tornare il filo della sua vita, così, appunto, fatte le dovute distinzioni, di questi tempi, già annunciati a fine anno con il riaccendersi della volatilità e fagocitati con i fatti di guerra, sembra che tutto accada fuori.
La causa è nel susseguirsi di eventi legati al rovinoso conflitto, cui si sta legando sempre di più in un meccanismo quasi diabolico il fatto dell’inflazione e dunque dei prezzi, con conseguenze correlate al limite dell’inaccettabile (i prezzi non hanno fatto che peggiorare ulteriormente, portando il fenomeno dell’inflazione a una situazione da risolvere in emergenza).
Sarebbe stato meglio speculare?
Di contro, sempre per rimanere nell’analogia per me fortunata del film, l’investitore si ritrova sempre più costretto a non vedere la veemenza tipica degli eventi di cui sente parlare, legge e ascolta, quasi ci fosse una mancanza di evoluzione effettiva, nel suo portafoglio, o comunque non dello stesso peso, paragonata a quello che ogni giorno appunto legge e ascolta.
Così, per forza di cose, l’investitore si ritrova a essere profondamente provocato e scosso da questi fatti, che si traducono sempre più spesso in speculativi episodi di Borsa (salvo poi le immediate cadute di tono degli stessi, che invece l’investitore tende a non ricordare), e non a ritrovarne gli effetti nell’immediatezza del suo portafoglio, che invece mostra quella discesa di valore evidente ai suoi occhi e ancora lenta, troppo lenta rispetto al recupero da lui agognato per mettersi in pace.
E da qui, in una movenza che ultimamente ritorna, il cliente non vede altro che una inevitabile separazione, una dialettica contrastata; a suo parere, a differenza di speculazioni finanziarie che sarebbero state in grado di risolvere la situazione (almeno lui dice così) con veemenza, la stessa che si continua a vedere nei fatti di tutti i giorni, nel suo portafoglio prevarrebbe una sorta di “tergiversazione” finanziaria, che fa fatica a tollerare.
Insomma, non è proprio alla maniera della pandemia che gli eventi nei portafogli si stanno definendo.
Tradotto: gli alti e i bassi ci sono dove il cliente stenta a voler migrare, per quanto li noti e si crucci nel non vedere lo stesso esito di impatto nel suo portafoglio.
E di contro, proprio nel portafoglio, il cliente fa fatica a vedere le rapide evoluzioni in grado di riportare alla sua vista, in certi casi, un totale accumulato che in questo momento non apparterrebbe che al passato.
Eccolo qui. Il passato.
Qui ritorna imponente l’allusione alla Ally del nostro film. Tutto accade fuori. Nulla nella sua mente. A meno che Noah non glielo rammenti, leggendo le pagine della loro vita. E qui, tornando al cliente, sebbene in modo diverso, si ha bisogno che accada lo stesso. «Io voglio rivedere quel totale sul mio portafoglio». Possono essere queste le parole di un cliente che non trova più il riferimento cui era “abituato”.
Ma il passo successivo è il più importante.
Può accadere che il cliente proprio in questa “tergiversazione finanziaria” per cui nel portafoglio stenta a vedersi quel recupero cui il rimbalzo in pandemia ci aveva quasi viziato (e ora pressoché assente), non riesca a ricordarsi come sia arrivato a tutta questa situazione.
Può accadere che egli, nel non vedere una risposta veloce nel suo portafoglio (magari è meglio così, perché non stravolto in sintonia con l’irruenza degli eventi esterni) abbia la necessità di riprendere le fila dei passi che lo hanno portato proprio a quel portafoglio, fatto così.
Accade quindi che quei sobbalzi che alla ormai non più giovane Ally sono suscitati dal racconto del suo Noah non siano altrettanto possibili nelle stanze della consulenza.
Dove, di questi tempi, il recupero della storia con il cliente, o delle pagine che hanno portato a quel portafoglio che oggi sembra non avere quei riscontri importanti, e di cui vi sono state precedenti versioni caratterizzate da scelte di investimento che hanno condotto agli agognati risultati, non suscita facilmente una memoria dei trascorsi.
Più che altro per l’impatto differente che quegli investimenti, impostati con il cosiddetto piano finanziario e con la logica del rendimento in rapporto al tempo, sembrerebbero avere rispetto a quello che colpisce per l’impatto fuori. Perché quello che è stato è stato. Ed è già molto se lo si ricorda. Anzi sarebbe tantissimo.
Guadagni? Siamo sicuri di averli mai realizzati?
Dove manca l’impatto occorre che siamo noi consulenti a ricrearlo, ripercorrendo i passaggi del portafoglio con il cliente. Non è importante? Sì che lo è.
È assolutamente decisivo, e non perché il cliente si ritrovi improvvisamente nella situazione della nostra Ally, ma perché la sollecitazione dei fatti esterni è così forte da portare il cliente a cercare di capire se un impatto vi sia mai stato, nel suo portafoglio.
Se è vero che noi consulenti non possiamo essere dei reporter come i nostri clienti ci vorrebbero, ogni volta che ci dicono chiaramente che noi “certe cose” avremmo dovuto saperle in anticipo e quindi esserne per loro l’anteprima, è tuttavia vero che non vi è dovere più grande da parte nostra nei loro confronti di essere quelle pagine, leggendo le quali possano tornare ai singoli episodi, alle singole scelte, alle singole versioni del loro portafoglio, grazie alle quali l’esito è davvero arrivato, laddove almeno è stato possibile accettare di fare scelte e non cedere solo alle tentazioni di reagire al momento, senza possibilità di controllo.
E proprio iniziando dal recupero delle pagine degli investimenti già fatti nelle diverse circostanze, proprio in questo percorso è possibile far vedere come tutto possa riaccadere sempre. Anche il famigerato ritorno sull’investimento. Anche dopo momenti di grande sconvolgimento, di cui oggi non mancano esempi.
Alla prossima!