Martyn Hole, Investment Director, Europe, diĀ Capital Group, lo scorso 11 Marzo ha fatto il punto sulle prospettive del mercato azionario del 2021.
Bello! Andiamo insieme… a che ora si parte?
Intendiamoci! Quante volte lo abbiamo detto, in quanti modi lo abbiamo dato per scontato, come modalità usuale di comunicare «come si fanno certe cose».
Fino a un anno fa, grossomodo.
Poi tutto ĆØ cambiato, e quello che per noi era scontato, anche nel modo di comunicarlo – vedersi per mettere giù date, itinerari, stare insieme per condividere i dettagli di un’affascinante valutazione come quella di una nuova destinazione geografica, l’emozionarsi nel farlo – tutto questo ha dovuto prendere unāaltra piega, o forse dovrei dire forma.
Remoto, distanza, virtuale. Quasi una formula.
Mi fermo qui perchĆ© non vorreiĀ insistere sulla ormai decantata nuova normalitĆ dei rapporti nĆ© sullāincedere esplosivo di quel settore che cinicamente ma fortunatamente ha beneficiato di questi accadimenti (al punto di avvicinarsi ad una fantomatica bolla… l’ennesima).
Il video di Capital Group dello scorso 11 marzo riporta unāintervista molto efficace sulla banalitĆ (e bellezza al tempo stesso) delle circostanze un tempo (troppo aulico?) vissute come ordinarie, che qualora dovessero tornare, metterebbero il turbo proprio ad alcuni settori dimenticati, per forza di cose.
Lāimmaginazione corre lontano, ma ĆØ centrata. Non parliamo di quello che rappresenta il focus degli investimenti oggi, basato su quello che si vede, ma di cosa dobbiamo sforzarci di far pensare ai nostri clienti, senza poter loro far vedere nulla dal vivo. Ed ĆØ complesso. PerchĆ© vi ĆØ l’ennesima dimostrazione di come possa essere vero il famoso detto Ā lontano dagli occhi lontano dal cuore (a dire il vero penso sia il contrario, ma quando si tratta di investimenti molte visioni “umane” si appiattiscono e prevale il senso dell’investitore per i soldi). EĀ qui si nota più che mai.
Lāofferta di portafoglio entusiasma su quei settori che si vedono e si possono guardare in azione.
E direi che ĆØ quasi facile che i clienti li raccontino loro stessi a noi consulenti. Ā«Sono certo che questi settori andranno avanti… invece i viaggi, gli spostamenti… chissĆ per quanto ne avremoĀ». Sono queste le parole dei clienti rispetto all’impossibilitò attuale di rivivere certe emozioni, quasi perdute, sotto il profilo dell’esperienza e dunque lontanissime sul lato dell’investimento da preferire.
Oramai, vorrei dire, proprio i “nuovi” investitori sono educati o rieducati dagli eventi.
Proprio loro che un tempo guardavano solo ai tradizionali Large CAP America ed Europa o i più azzardati all’Asia, puntando allāazionario e identificando questo asset con la possibilitĆ di acquistare solo quei tradizionali diversificati sulle aziende e i Paesi in generale, ora ĆØ più facile e immediato che entrino a gamba tesa chiedendo lāinnovazione, la ricerca, la sanitĆ e ultimamente le materie prime.
Nessuna traccia nei loro discorsi invece di quello che non si vede più.
Ā«Siiii… viaggiare…Ā», cantavaĀ Lucio Battisti.Ā E chi se lo ricorda? Al solo nominare turismo e viaggi le risposte sono solo puntate su: Ā«SƬ, la seconda casa io per fortuna lāho comprata e ora finalmente me la godoĀ». Insomma cose che si vedono, ancora.
Molto complesso invece far fare unāennesima evoluzione ai clienti.
Come si faceva decenni fa puntando sui mercati emergenti che ancora dovevano dare tutto.
Perché scusate, non spetta forse a noi consulenti far immaginare ai nostri clienti il turismo e i viaggi come i nuovi satelliti di portafoglio e, azzardando, nuovi settori ri-emergenti?
Alla prossima!