Come rispondo al titolo di questo mio pezzo? Con la fermezza che vorrei attribuire sempre di più al mio pensiero: risparmio gestito a parte, di cui si parla spesso male per i costi, quasi non vi sarebbe altro modo corretto per investire. Oggi più che mai.
Vedo di farmi capire, e mi scuso in anticipo per quella schiettezza che è stata notata nel mio più recente modo di comunicare. Ma sapete com’è, i consigli che non partono da un giudizio netto valgono sempre meno. E, mi permetto di dire, se la consulenza finanziaria non osa questo giudizio sul mercato, non serve, tanto che sarebbe quasi legittimo, a questo punto, optare per il famigerato “fai da te” a caccia di singoli titoli, evitando di ricorrere appunto al chiacchieratissimo risparmio gestito “da altri” nelle mani di “altri” nelle famigerate offerte di fondi.
Giudizi, non miti consigli
Attenzione. Ho detto “quasi” legittimo. Perché qui non è di un mite consiglio che voglio parlare, ma di un vero e proprio giudizio sui tempi che corrono, perché voi che investite possiate capire quanto sto dicendo. Sospendiamo un attimo le rimostranze che già sento arrivare e le ricorrenti obiezioni sull’andamento di questi strumenti di investimento (non mi attardo qui sulle motivazioni). Perché, invece, oggi più che mai ha invece senso, un senso chiaro, una motivazione fondata, investire ricorrendo prioritariamente al risparmio gestito.
Perché? Perché il mercato è ancora incerto. E io aggiungo: a maggior ragione perché il mercato finanziario è incerto. E, motivo numero due, perché i prezzi hanno già scontato una parte importante della politica monetaria delle Banche centrali. E aggiungo ancora: a maggior ragione perché i prezzi hanno “subìto” questo cosiddetto sconto.
No al “fai da te”
Scendiamo più a terra. Potremmo dire che i prezzi sono più reali, in quanto i tassi (più negli USA per una politica monetaria più aggressiva e anche più efficiente, meno in Europa per ragioni contrarie), hanno già percorso un lungo tratto? Questo possiamo constatarlo. Quello che invece non possiamo dire è quando la politica di rialzo dei tassi si fermerà, né quanto ancora sarà impattante. E qui sta la ragione dell’incertezza.
Ecco perché ha maggior senso acquistare il mercato, ovvero “investire”, tramite le cosiddette formule dette fondi. Il fantomatico risparmio gestito. Ovvero: consegnare a “parti terze”, a partner, la scelta di cosa acquistare, quanto acquistare, a quale prezzo e… quando. Senza, attenzione, scegliere in prima persona (fai da te) un titolo invece di un altro, in un certo momento invece che in un altro, in una quantità a differenza di un’altra.
Sto dicendo quindi che i fondi possono essere una strada migliore, quest’anno più che mai. E, oso dire, ancora di più di quando si sono visti rimbalzi negli ultimi anni, a motivo di una certezza di partenza e di una incertezza di fondo che caratterizza il contesto: l’incertezza che sta nel mercato finanziario, come lo abbiamo delineato. E questo, a pensarci, vale sempre. Quasi non ha senso parlare di esitazione a investire perché il mercato è incerto. Il mercato è sempre incerto. In quanto investi, devi accettare l’incertezza.
Perché comprare incertezza?
Ebbene, proprio pensando a cosa caratterizza il mercato, e quest’anno più che mai, il risparmio gestito compra incertezza in quanto compra un volume di titoli che nessun investitore potrebbe mai ipotizzare di avere in portafoglio, né tantomeno sapere come e quando sceglierli. Come dire: i fondi sanno (devono sapere) in qualche modo accettare l’incertezza. Fanno di essa la strada maestra per investire. E così se compro un fondo per investire, condivido in qualche modo l’incertezza del mercato, ma affidandola a un partner. Sposto il “mio” rischio sul partner che ho scelto.
Non è tutto. La scelta dei fondi può essere più opportuna oggi, di contro, anche per un fattore di “certezza” che caratterizza oggi il mercato dei prezzi. Perché i prezzi, In quanto più reali e attendibili, possono essere più certi di un anno fa o poco più, perché la politica delle Banche centrali ha già reso questi prezzi meno “gonfiati”, alzando i tassi.
Alla fine, come si chiude il cerchio? Così: comprendendo che risparmio gestito vuol dire comprare, nell’incertezza su dove andare, un volume di titoli che consente di scegliere il tutto al posto di un singolo titolo, e quindi di seguire l’incertezza senza farsene travolgere sbilanciandosi sulla scelta di un titolo. E comprendendo che, così facendo, si aderisce massivamente a prezzi che oggi sono più certi di ieri, ma senza prendersi l’onere di sceglierne uno o un altro, in un momento o in un altro.
La giusta scelta degli strumenti
Metto in chiaro una affermazione importante. Questa preferenza per il risparmio gestito come metodo per investire quest’anno troverà la sua ragion d’essere, la sua giustificazione solo là dove vi sarà il Consulente finanziario “adatto” a fare la differenza, a essere la differenza che il pubblico degli investitori cerca. La differenza nello scegliere le formule di risparmio gestito, dei fondi migliori.
Scusate se è poco, ma se è vero che quest’anno più che mai il risparmio gestito può essere la strada corretta per investire, è ancor più vero che la consulenza finanziaria che da sempre utilizza il risparmio gestito come fonte del suo maggior guadagno, si trova di fronte alla sua sfida di sempre: dimostrare di saper fare le opportune scelte tra gli innumerevoli strumenti presenti sul mercato, magari non guardando indietro ai track record ancorati al passato, piuttosto avendo il coraggio di capire che cosa ci sia dentro, veramente, i singoli fondi. Per comprare incertezza basandosi su prezzi più certi.
Alla prossima!