Il rischio (stiamo attenti a utilizzare questa parola, ma qui ne parlo nel suo primo significato, la possibilità che accada qualcosa) di un periodo come questo, trascinato nel tempo in una misura quasi impossibile da definire e prevedere nei suoi confini, è di dimenticare i criteri semplici, quelli che da sempre consigliano nel modo più corretto perché nascono dai segni della realtà di tutti i giorni.
Oggi non si può fare quasi niente.
Tanto meno quando i colori di cui si tinge la zona dove viviamo rappresentano il veto assoluto anche solo di pensare di fare qualcosa.
E domani? Qui ha senso parlare del domani perché gli investimenti vivono del domani, delle cosiddette aspettative. Peccato che, nonostante tecnicamente e sostanzialmente gli asset vivano dell’aspettativa che accada quello che ancora non c’è, del risultato di una serie di eventi forieri di esiti, e oggi qualcosa di cui sparlare c’è senz’altro, se vediamo quanto e come l’azionario e ultimamente i rendimenti dei bond, anticipino l’anno che verrà (ossia il rimbalzo dell’economia e prima o poi dei tassi), peccato che, insomma, proprio l’aspettativa non sia per lo più il movimento di pensiero che governa le scelte oculate dei temi su cui investire oggi.
E che questa mancanza si riveli proprio là dove invece il pensiero sarebbe in grado, da solo, di determinare un giudizio corretto su come e dove puntare oggi nell’investimento. Adeguato. E anche appropriato oserei dire.
Allora dobbiamo partire dall’immedesimazione, che è sempre un meccanismo umano che aiuta a comprendere una situazione che al momento non ci appartiene. In tutti gli aspetti della vita.
Non vi chiedo di vestire i panni del bravissimo Gene Wilder, esplosivo Doctor Frederick nella clip del celeberrimo Frankenstein Junior, ma di provare a immedesimarvici immaginando un domani in cui si possa nuovamente e finalmente fare TUTTO (non me ne vogliano i maliziosi sempre pronti a pensare che si alluda all’illecito).
L’investitore oggi è frenato in questo processo di immedesimazione. Voi non ci crederete, ma nell’incertezza del dove investire oggi, in un mondo dove si compra alto, frase ripetuta da mesi in tutti gli appuntamenti, quasi non ci fosse un domani delle quotazioni, ho chiesto a un mio cliente: «Cosa le piacerebbe fare quando riapriranno?».
Esiste domanda più semplice per affrontare un portafoglio? Di fatto rientriamo in quello che considero un vero tema della Consulenza in questo mondo diverso: la necessità di essere realisti a partire dal nostro essere Consulenti Finanziari e dall’approccio al cliente che ne consegue, per arrivare veramente a cambiare l’ottica del cliente. Che realista non è quasi mai. Ascoltate.
Quel cliente a cui mi sono rivolta, a cui daremo il nome di signor Rossi, liberato dai vincoli di oggi, non è esploso alla maniera del protagonista del film di Mel Brooks, ma poco è mancato che me lo ricordasse. Vivamente. È stato un momento di esplosione pura, anche di simpatia, glielo riconosco. Ma ha aiutato innanzitutto me, come consulente, a essere realista.
Ed ecco la declinazione dei suoi desiderata: se oggi si potesse fare? «Innanzitutto ricomincerei a viaggiare, perché mi manca questa parte della mia vita, essendo pensionato e avendo il tempo di farlo, e innanzitutto andrei alle terme, per rimettermi in forma, perché sento che da tempo non sono più lo stesso, io che mi dedicavo alla cura della mia persona non essendo più tanto giovane.
Poi, anzi subito, andrei in giro, anche tutto il giorno, e spenderei un sacco di soldi (queste sono state le sue parole! ndr), in abbigliamento, per il gusto di comprare. E poi chiamerei tutti i miei ristoranti preferiti, sperando che siano ancora aperti, e prenoterei pranzi e cene anche con gli amici perché non ricordo l’ultima volta in cui l’ho fatto. E ancora, guardando alla mia casa, ho pensato di ristrutturarla e di andare a scegliere nuovi complementi d’arredo perché ho voglia di cambiare un po’ tutto, di rinnovare.
Fino a un anno fa era mia moglie a sollecitarmi con questi cambiamenti e ora invece sono io a volerli». Ha continuato così, e sono stata io a un certo punto a fermarlo per segnarci dei punti di riflessione e prendere alcune decisioni. Di investimento.
Mi soffermo un attimo su queste parole del signor Rossi: «Fino a ieri era un’altra persona a volerli, questi cambiamenti, ora sono io». Un nuovo “io”, insomma, declinato proprio dall’investitore esploso nell’espressione dei suoi desideri, di fatto antichi, ma rimescolati e spolverati da un evento azzerante come la pandemia. Quasi questo li avesse esacerbati. Quasi le case prodotto dovessero dire oggi “grazie” a un evento senza del quale molti temi non potrebbero essere neppure nominati in quanto non sollecitati come evidenti destinazioni di investimento.
Perché era forse possibile, oltre un anno fa parlare, senza essere quasi derisi dal cliente di leisure (tempo libero), come tema di investimento?
O forse si sarebbe potuto accennare a inserire nel portafoglio il tema della ristorazione? Ricordo un articolo uscito ad Aprile 2019 che parlava diffusamente di come ricchi investitori nonché fondi di Private Equity puntassero proprio su un settore come questo, avendo capitali a disposizione. Ebbene oggi, con le chiusure ripetute, il tema ritorna anche nel puro desiderio di ricordare sapori non più provati, capace forse di generare un filone di investimento anche nel portafoglio di un investitore al dettaglio.
Ancora, è dell’autunno scorso un articolo di OnlineSim.it che citava una ben nota casa di investimenti:
…la tecnologia ha un potenziale rivoluzionario in quest’ambito e le società in grado di assicurare cure migliori e una maggior efficienza dovrebbero affermarsi sul mercato. Inoltre, con l’aumento del tenore di vita cresce anche l’attenzione alla salute. Dagli investimenti nella cura della persona e della casa al mantenimento della forma fisica tramite cambiamenti nello stile di vita, i consumatori hanno preso in mano la propria salute.
Sembra di riscoltare le parole “reali” del signor Rossi, visionario oggi di una possibilità nel prossimo domani di godere delle opportunità del mercato del benessere e dell’arredamento. E guardiamo come da quest’ultimo tema, come d’incanto (ma qui di magia non c’è proprio nulla…) se ne apra subito un altro che di immaginario ha ben poco, ma che realizza il desiderio di rinnovamento di cui parlava il mio cliente a proposito della sua casa.
Domenica 21 marzo su Il Sole24Ore è uscito un articolo sulle redivive materie prime. E il titolo la dice lunga: Arredo, boom di costi, ora è rischio inflazione anche sui consumi. Vi riporto questo stralcio:
I problemi hanno cominciato a farsi sentire in maniera significativa alla fine dell’anno scorso. Da un lato i forti ritardi e le difficoltà di reperire sul mercato le materie prime necessarie alla produzione di mobili: legno, metalli, bordi in Abs e soprattutto i poliuretani e tutti i componenti chimici per le imbottiture di materassi e divani. Dall’altro, strettamente connessi, i rincari rapidi e importanti di questi materiali. Ma nessuno allora si sarebbe immaginato che questi aumenti potessero continuare così a lungo, mettendo in difficoltà le imprese italiane del mobile, che ora si trovano nella paradossale situazione di dover rispondere a una forte domanda di beni da parte dei clienti, proprio nel momento in cui scarseggiano sul mercato internazionale i materiali per produrre.
Come dire, dall’immaginario alla realtà di temi identificati chiaramente in un desiderio represso per troppo tempo, ma anche in mezzi che ne permettono la realizzazione.
Il mercato delle materie prime, ritornate a essere un focus di attenzione per un mercato coinvolto, dalla fine dell’anno scorso, in un nuovo surriscaldamento. Proprio a partire da quel sogno, anche del mio cliente, di vedere la novità, il cambiamento, anche nella sua casa.
Il passaggio è semplice.
Dall’immaginare e pensare questi temi a decidere di puntare su di essi come un vero e proprio volano del portafoglio investimenti.
Il più attuale che si sarebbe potuto sognare. Eppure c’è ancora qualche cliente che pensa che i suggerimenti di cui abbiamo parlato oggi non siano sufficienti per prendere le corrette decisioni, che oggi più che mai, dovrebbero partire dalla realtà, che è segno.
Io invece ho ringraziato il signor Rossi perché ha accettato di scommettere su questi temi densi di promessa: «È stato bello parlare con lei.
E questa volta non le dico che la chiamerò per un aggiornamento, perché sarà lei a farlo, iniziando a vivere oggi nel suo portafoglio quelle fantastiche emozioni, per ora solo rimandate».
Alla prossima!