Il tema di oggi è Il Sostenibilmente Virtuale, tema di investimento e al tempo stesso di approfondimento per l’epoca in cui viviamo. Ne parliamo con Marzio Gussago, Sales Director di Pictet Asset Management, la più grande banca privata europea.
Nata nel 1805 a Ginevra, ha 30 uffici su scala globale e impiega oltre 4700 persone. «Il patrimonio gestito supera i 530 miliardi di euro, di cui oltre 30 in Italia, posizionando Pictet stabilmente tra i 5 gruppi esteri in Italia per masse», precisa Gussago. «Siamo una società che ha mantenuto invariato il proprio dna, focalizzandosi nella gestione del patrimonio della propria clientela, sia nella forma del private banking sia in quella del risparmio gestito».
Sostenibile e Digitale. Perché può avere senso guardare a questi due temi insieme?
L’epoca geologica nella quale stiamo vivendo si chiama antropocene; è la prima nella quale l’uomo con le proprie azioni ha un impatto diretto su clima e ambiente, e non è un mistero che nel recente passato il genere umano abbia stressato oltremodo la Terra, così come testimoniato dal cambiamento climatico e dalla biodiversità messa a dura prova da innumerevoli azioni scellerate.
Sussiste oggi la necessità di avere un occhio di riguardo alla sostenibilità planetaria, non avendo più la possibilità di rimandare l’appuntamento con il cambio delle abitudini di vita; un cambiamento che deve avvenire anche in ambito finanziario.
Venendo alla domanda, direi che la tecnologia e il mondo digitale sono l’alleato più importante della sostenibilità. Lo sviluppo tecnologico per esempio ha permesso nel giro di otto anni di ridurre i costi di produzione di energia eolica del 45%, i costi di quella fotovoltaica del 90%; oggi in molti Paesi le rinnovabili rappresentano le fonti di energia più vantaggiose, e molte aziende del calibro di Ørsted, la nostra Enel, la francese Total stanno velocemente trasformando il proprio business, abbandonando le fonti energetiche legate ai combustibili fossili.
E il digitale? Come le tecnologie possono cambiare in meglio il mondo?
Il digitale sta rivoluzionando i paradigmi produttivi evitando gli sprechi e prevenendo possibili disastri ambientali. Nel 2010 nel golfo del Messico ci fu un disastro enorme dovuto allo scoppio della piattaforma petrolifera DeepWater Horizon; diversi milioni di tonnellate di greggio vennero riversate nel mare generando la più grande zona morta ittica del pianeta. Sono passati solo 10 anni, e oggi l’uomo possiede la tecnologia in grado di evitare questa tipologia di disastri.
Qualche esempio?
Ce ne sono diversi: attraverso la tecnologia Digital Twin sviluppata dalla americana Ansys, che sfrutta sensori di ultima generazione, si possono effettuare perfette copie digitali di qualsiasi bene al fine di capirne da remoto lo status di funzionamento, e di sottoporlo a stress test per individuare in anticipo situazioni di malfunzionamento.
La società francese Dassault Systemes fornisce software ingegneristici di ultima generazione per sviluppare in digitale l’intera fase di generazione di prototipi, evitando all’azienda produttrice di sostenere i costi di produzioni e di smaltimento dei materiali non perfettamente funzionanti, oltre all’emissione di CO2 tipica dell’utilizzo della catena di montaggio. La tedesca Miele, leader degli elettrodomestici, da un paio di lustri non produce più prototipi fisici, sfruttando gli applicativi della realtà francese.
La dematerializzazione dell’economia è ancora in fase embrionale, ma sarà un megatrend, ossia un cambiamento strutturale, che aiuterà a cambiare in meglio le sorti del nostro pianeta.
Marzio, perché dovremmo investire adesso nel connubio sostenibilità-digitale?
Semplicemente perché le aziende più sostenibili sono quelle che già oggi hanno i bilanci più solidi e strutturalmente in miglioramento; queste società hanno visto la necessità del cambiamento epocale prima delle altre e detengono un vantaggio competitivo enorme.
Oltretutto oggi sia i media che gli utenti finali hanno messo la sostenibilità al centro, alimentando una domanda più attenta alle logiche green rispetto al passato. Infine, ma fondamentale, l’agenda politica internazionale ha preso ormai una piega netta.
Green Deal e Next Generation EU in Europa, il piano Biden per l’ambiente negli USA ed il Carbon Neutrality 2060 in Cina ci raccontano di un futuro che non può prescindere dalla sostenibilità e di conseguenza da uno sviluppo tecnologico volto a facilitare il percorso virtuoso indicato dalle autorità, passando da un economia sempre più digitale.
Un consiglio pratico per gli investitori?
Ricordarsi che il mercato non si inventa nulla, non brucia soldi né li regala, ma nel medio-lungo termine restituisce prezzi in linea con i fondamentali. Un’azienda che cresce, e che è indebitata poco o il giusto, e soprattutto che genera utili riuscirà sempre ad attrarre nuovi azionisti e ad avere quindi una domanda diffusa in grado di fare salire il prezzo della propria azione.
Quindi cerchiamo di evitare rischi specifici e di condividere le idee di investimento con un professionista che potrà indirizzare verso lidi con il potenziale più alto o comunque congruo con il proprio profilo di rischio.