È difficile parlare di certe cose.
Forse partire dalla scena di un film aiuta.
La casistica troppo poco commentata della commorienza (articolo 4 del Codice Civile) prevede l’eventualità che il minore (qui mi soffermo su questa casistica) rimanga solo.
La conseguenza
La scelta da parte di un giudice di Tribunale cade spesso sul parente più prossimo che possa occuparsi della creatura. Ma questo era nei desiderata dei genitori amatissimi? Ovviamente l’avvenimento nefasto non era nei loro piani. Ma non lo sarebbe stato neppure l’affidamento del figlio a un parente qualsiasi.
Ecco il punto.
Non si fanno scelte perché scomode, lasciando che la scomodità emerga nelle scelte che faranno altri al posto nostro.
Scusate se mi soffermo su questa casistica difficile, ma ho dovuto affrontarla con due clienti, coniugati e genitori di un minore, che alla fine si sono convinti a scrivere una lettera.
Sì, una lettera.
Il nome corretto sarebbe Testamento, ma se ne avessimo parlato in questi termini mi avrebbero censurato all’istante. Garantito. Due genitori giovani – quarant’anni – secondo voi avrebbero avuto voglia di scrivere un Testamento? Peccato che sarebbe giusto farlo, è stato giusto farlo, per ogni evenienza.
Ogni evenienza, anche la commorienza, tanto imprevedibile quanto misteriosa. Ebbene, hanno accettato di scrivere vicendevolmente una lettera pensando a chi avrebbero voluto come tutore affidatario del loro figlio nel caso di premorienza contestuale di entrambi, oltre al dettaglio di altre casistiche più “accettabili” (se così possiamo dire parlando di eventualità che nessuno di noi vorrebbe affrontare).
Una lettera che alla fine è stata per loro una vera e propria esperienza di riflessione, e me ne hanno consegnato una copia in qualità di loro consulente patrimoniale.
Invece di soffermarmi su come il Testamento sia ancora un vero e proprio tabù nel dialogo con i clienti in sede di consulenza patrimoniale (le parole da non dire per non bloccare sono sempre quelle: assicurazione, polizza, Testamento), posso confermarvi che ho fatto io stessa una nuova esperienza di consulenza in questo caso, proponendo loro di scrivere questa lettera.
Con una sola, importante precisazione. Nel caso specifico ho consigliato loro di parlarne con l'”eletto” tutore del figlio: per non farlo precipitare in «una famiglia all’improvviso».
Alla prossima!