Bisogna ammettere che il mercato finanziario, da qui in avanti indicato come “Borsa”, passa spesso per essere come un grande rimedio. Alla stanchezza, alla noia, all’apatia e al cattivo umore. Della serie: se sei un po’ giù, o non hai voglia di fare alcunché, dai un’occhiata alla Borsa che va, e tutto passa, ritorni in forma… Ma pensiamoci. Stiamo parlando di aspetti emotivi (prendi la pasticca e via). Ma è tutto qui? Vi suona che la Borsa possa essere solo un rimedio di questo genere?
Piuttosto, vogliamo parlare del sempre interessante fare i benedetti soldi? Vogliamo parlare, schiettamente, di come la Borsa, nel suo andamento di oggi, possa essere, o tornare ad essere, il vero grande rimedio per farli, questi benedetti soldi?
Eppure, nonostante l’assoluta, logica connessione tra bisogno e rimedio – tra le cadute di capitali del 2022 e il farmaco senza alternative, cioè tra la Borsa e l’ambizione a fare i soldi – cosa succede? Succede che la scelta del rimedio a questo atavico bisogno ricada su altro, ributtando nuovamente la Borsa nel suo angolo puramente emotivo, appartenente non a una logica finanziaria, quanto all’irrazionalità di momenti che romperebbero la noia o la tristezza di alcune nostre giornate.
La medicina scolpita nella pietra
Ancora oggi, infatti, il rimedio alla necessità di ricominciare a fare i soldi continua a identificarsi nel famosissimo e invincibile “tasso fisso”, o “interesse fisso”, quello che comunque, qualunque cosa accada, si identifica in un numero chiaro. Scolpito nella pietra, qualunque cosa accada.
Questa è la verità: quando la Borsa va male, il tasso fisso, scritto bene su un titolo, viene visto come unica ancora di salvezza; ma quando la Borsa riprende a funzionare, come di questi tempi, non è che la preferenza vada su altro, anzi! Per fare i soldi si rimane fedeli all’interesse fisso. Chiaro e inattaccabile.
E in questo contesto, che da inizio anno appartiene più al secondo che al primo scenario, si mettono davanti tante scuse (senza offesa per gli investitori) per quella maledetta preferenza, ma una sopra tutte: si sente infatti parlare di un floor di prezzi (un minimo) ancora non pervenuto, che non permetterebbe di spingersi al di là del fisso per esporsi al temutissimo “variabile”, caratterizzato dalla mancanza di un interesse fisso certo, chiaro, unico e indiscutibile.
Perché ancora oggi ci sono investitori che, benché la Borsa abbia ripreso a muoversi, continuano ad aspettare i minimi per poi pensare (magari) di scommettere su una rivalutazione variabile del loro capitale. E in quest’attesa finiscono per rimanere ancorati a un interesse fisso.
La loro versione recita più o meno così:
E se la Borsa scende di nuovo?
E se ricapita una guerra (la dico sottovoce)?
E se mi imbatto in un’occasione migliore?
E se, se se…
È questa la più grande tentazione nel mondo finanziario, dopo la speculazione: la sospensione dall’investimento, declinata in queste domande. Un male molto più insidioso della speculazione. Entrando infatti in questa dimensione di “sospensione dall’investimento”, rimanendo legati a un interesse fisso, si perde l’occasione di approfittare della Borsa come vero e unico rimedio (variabile) per la progressiva rivalutazione del capitale.
Uno scoglio da superare (subito)
Bene. Descritto questo scoglio atavico da superare, aggravato dall’esuberanza di offerte di tassi fissi sulla liquidità dei conti correnti (e certo l’essere stati troppo in balia di discese della Borsa negli ultimi due anni non ha giovato), va detto anche che se tutti facessero così, rifiutando il variabile, i famosi indici non salirebbero, come invece sta accadendo.
E questo fenomeno, sotto gli occhi di tutti gli investitori, potrebbe innescare il bias “effetto gregge”, cioè quel movimento per cui si inizia a fare alcune cose solo perché la maggioranza le crede giuste o le farebbe.
Magari valesse anche oggi! Magari aiutasse oggi, quel bias, a riavvicinare gli investitori al variabile, ovvero a seguire la Borsa nel suo andamento variabile.
Invece oggi sono proprio le domande di cui sopra a bloccare lo spostamento, più che mai necessario di questi tempi, dall’investimento sul fisso al vero (sebbene non sempre possibile, per l’esasperata volatilità di alcuni momenti, che alzano troppo il rischio) investimento sul variabile: il variabile andamento della Borsa.
L’investitore come San Tommaso
La mia è un’esortazione agli investitori a fare presto, a muoversi, se l’obiettivo è ritornare a utilizzare la Borsa come rimedio per la rivalutazione del capitale. E forse in questo senso, per portare l’investitore da una visione da San Tommaso (“se non vedo non credo”) bloccata sul tasso fisso a una più capace di riconoscere come la Borsa sia entrata in una dinamica virtuosa per i capitali, possono servire altre domande, diverse da quelle di prima, questa volta da fare all’investitore:
E se la Borsa sale ancora?
E se l’inflazione scende ancora?
E se le occasioni d’acquisto perdono valore nel tempo perché i prezzi cambiano?
Ma non è tutto. Perché – ed è una provocazione – c’è da riflettere se sia il caso o meno di passare al fisso su altri fronti. In fondo la passione per il fisso invade anche il famosissimo piano dei mutui, non solo degli investimenti. E la tentazione è la stessa: pensare che, di questi tempi, sia meglio andare sul fisso. Ebbene, la mia vuole essere, ripeto, una provocazione: sarà poi vera e giustificata questa rincorsa a spostarsi sul fisso, uscendo dal variabile, per non pagare di più?
Qui la domanda da fare a chi ha in mano il tuo mutuo, caro investitore, è la seguente: ma se oggi cambio con il fisso, come cambia il mio piano di rimborso? Ancora: sarebbe davvero inferiore la mia rata se oggi ricominciassi a pagare un tasso fisso sostituendo il variabile?
E, ultima domanda, mi conviene passare al tasso fisso se mancano meno di due anni per finire di pagare gli interessi sul mio mutuo?
Mi sbilancio (sono spudorata, lo so, ma che consulente sarei altrimenti?): oggi bisogna rimanere più su un interesse variabile che fisso. Sia che si investa, sia che si stia pagando un mutuo.
Caro investitore, vuoi capire ancora meglio perché? Hai altre domande? Le risposte ci sono. Ci devono essere (altrimenti la consulenza finanziaria a che serve?), e io ci sono. Su questo e altro, sempre a disposizione di chi vuole capire e approfondire.
Vuoi saperne di più? Contattami per una consulenza!
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Alla prossima!