Massimo Botturi è Senior Vice President e Account Manager presso la sede Pimco di Milano, nonché membro del team di global wealth management; titolare di un master in Net Business Administration, vanta 23 anni di esperienza nel campo degli investimenti e dei servizi finanziari. «Pimco, fondata nel 1971 a Newport Beach, è il principale gestore attivo obbligazionario mondiale», spiega Botturi, «ha clienti in più di 50 paesi e gestisce assets per oltre 1.900 miliardi di dollari».
Scusa la sfacciataggine: oggi come si fa a investire nell’obbligazionario?
Partiamo da una semplice analisi. Oggi il mercato obbligazionario globale supera in valore la somma della capitalizzazione di tutte le Borse mondiali, con oltre 110 trilioni. Ciò si deve anche alla funzione storica e istituzionale delle obbligazioni: alimentare il ciclo debito-credito nella nostra economia capitalistica, il finanziamento pubblico e lo strumento a disposizione delle autorità finanziarie per influenzare le variabili macroeconomiche.
Oggi l’attivismo coordinato delle banche centrali e la liquidità che si è riversata sui mercati per aiutare a gestire la recessione globale indotta dalla pandemia, hanno ridotto il costo del capitale di debito, e di conseguenza i rendimenti delle obbligazioni governative dei Paesi Sviluppati.
Le obbligazioni però restano l’asset class primaria, alla base di ogni equilibrata allocazione di portafoglio, e per quanto oggi si possa essere orientati ad attivi rischiosi, per l’investitore medio Italiano, storicamente piuttosto avverso al rischio, la componente principale del portafoglio sono liquidità e obbligazioni.
Tra i risparmiatori nostrani in questi anni il fenomeno che si è consolidato è, semmai, la crescita esponenziale della liquidità a scapito dei titoli di stato nazionali.
Qui si potrebbe aprire un possibile rischio da “fai da te”?
In virtù di rendimenti sottili o negativi, oggi è più importante che mai affidarsi ad un gestore fixed-income con un approccio globale, expertise specifiche in mercati regionali e una scala dimensionale che gli consentano di offrire risultati migliori rispetto agli altri e ai mercati di riferimento.
Quindi sì, il rischio del “fai da tè” è aumentato; al di là della complessità crescente dei titoli, farsi guidare da rendimenti o da settori promettenti non basta, ancor più quando il premio di rendimento offerto dai bond societari casalinghi è ridotto rispetto al passato.
Inoltre assisteremo a un rialzo dei tassi d’insolvenza, e quindi la capacità di fare un’analisi fondamentale degli emittenti è essenziale.
Non a caso PIMCO possiede un team di ricerca creditizia composto da oltre 65 analisti dedicati e dà un rating creditizio indipendente a ogni emittente. Il nostro compito è ottenere un plus nel valore relativo grazie alla capacità di evitare default o selezionare i migliori debitori.
Ci offri una panoramica di cosa è successo nel mondo obbligazionario con la pandemia e la sua risoluzione, almeno dal punto di vista finanziario?
Con lo scoppio della pandemia tutti gli asset, inclusi le obbligazioni governative nella fase appena successiva, hanno vissuto un forte shock e picchi di volatilità estremi.
L’incertezza e la vulnerabilità dello scenario hanno poi premiato gli attivi di qualità, e se la parte a più alto rendimento ha avuto un recupero progressivo, gli investimenti di qualità maggiore hanno recuperato più velocemente anche in virtù dell’azione congiunta di autorità monetarie e fiscali a livello globale – un connubio che a nostro avviso sarà duraturo.
Nel contesto dell’andamento dei mercati obbligazionari nel 2020, le nostre strategie d’investimento della sicav PIMCO GIS, nonostante la pandemia, hanno visto in media dei risultati positivi tra +1%-5+% con alcune strategie obbligazionarie nella fascia superiore. La nostra strategia multi-asset di riferimento e l’unico fondo azionario USA che gestiamo hanno avuto risultati tra il +15%-20%.
Quali sono le «obbligazioni di oggi»?
A livello macro dopo la pronunciata contrazione dell’attività economica l’anno passato, produzione e domanda dovrebbero registrare un robusto rimbalzo a livello globale nel 2021. Prevediamo che l’attuale rinnovata debolezza dovuta ai lockdown nelle maggiori economie cederà il passo alla crescita in accelerazione del PIL a partire all’incirca dal secondo trimestre, stante il progressivo diffondersi delle vaccinazioni.
I settori più colpiti dalle restrizioni dovute al Covid, tra cui i viaggi, il tempo libero o la ristorazione, dovrebbero beneficiare maggiormente della ripresa. Attualmente i portafogli PIMCO prediligono alcuni temi.
In termini di duration, continuiamo a prediligere le Treasuries statunitensi a scadenze intermedie poiché – nonostante la corsa vista nel 2020 – continuano a offrire protezione e guadagni in conto capitale interessanti in un contesto di ulteriore volatilità e correzione del mercato.
Allo stesso modo, allochiamo titoli indicizzati all’inflazione del tesoro statunitense (TIPS) poiché offrono una copertura contro un rialzo inaspettato dell’inflazione a valutazioni ragionevoli.
Nei settori a spread riteniamo restino attraenti il credito strutturato e cartolarizzato. In particolare continuiamo a ravvisare valore nei mutui emessi da agenzie (Agency MBS) poiché offrono rendimenti attraenti e beneficiano di un continuo supporto della Federal Reserve.
E per quanto riguarda le posizioni creditizie?
Stiamo alla larga da beta generico di mercato e andiamo a negoziare direttamene con gli emittenti, o sfruttiamo i nostri analisti del credito per individuare dislocazioni eccessive nei prezzi, per prendere esposizioni opportunistiche in settori quali REIT, Utilities, capitale bancario Europeo e del Regno Unito, Telecomunicazioni, Semiconduttori e selezionati emittenti nell’ambito dell’energia Midstream.
A nostro avviso, determinati emittenti in questi settori presentano fondamentali solidi ma una debolezza transitoria per via della crisi sostenuta nel 2020 e pertanto, a seguito di stress test, rappresentano opportunità di investimento a valutazioni interessanti.
Troviamo opportunità sia nel debito sia in valuta forte – in particolare nel breve periodo – che in valuta locale nei mercati emergenti. In particolare ravvisiamo selezionate opportunità nel debito sovrano cinese cosi come in quello societario dove concentriamo i nostri sforzi nell’individuare “Rising Stars”: società il cui rating (o mancanza di rating) passerà da High Yield a Investment Grade.
Tre consigli per l’investitore di oggi?
Voglio congedarmi sinteticamente senza scomodare Keynes ma con i consigli di base che i Consulenti applicano da anni e sono sempre validi: il primo, impostare una corretta allocazione strategica del portafoglio che sia orientata per bisogni, non in una pura logica di accumulazione; secondo, entrare gradualmente nei mercati, azionari in particolare, anche quelli più promettenti. Valutare il portafoglio per esposizione ai diversi fattori di rischio (tasso, valuta, azioni etc.) più che per tipologia di asset class. Infine, cercare di minimizzare la quota di liquidità.